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sabato 8 marzo 2008

FERRERO NON E' PIU' RICCO DI BERLUSCONI

MI SOVVIENE UN DUBBIO, MAGARI FERRERO NON E' PIU' RICCO DI BERLUSCONI, MAGARI LA SUA DENUNCIA DEI REDDITI E' PIU' TRASPARENTE .............
Continuiamo ad avere la politica piena di delinquenti sarebbe da non andare a votare ma così facendo faremmo il loro gioco.
PULIAMO IL PARLAMENTO DAI CRIMINALI SIA A DESTRA CHE A SINISTRA.
PERCHE' NESSUNO FA' UN PARTITO DELL'ONESTA'??????
P.O.I (LA SIGLA). Io la mia parte l'ho fatta, la sigla, chi trova il simbolo????
Ho anche trovato il lavoro per la parte di politici che vuole le centrali nucleari.
Gli costruiremo una villetta al confine Italiano, li usiamo come cavie, se muoiono,o si ammalano si vede che c'è qualche fuga radioattiva da qualche centrale dei paesi confinanti, per ridurgli il costo dell'energia sono sicuro che facendo una sottoscrizione l'avrebbero gratuita, infondo li abbiamo sempre pagati per non fare un cazzo se una volta tanto li paghiamo per una cosa utile non credo sia la morte di nessuno...... a parte la loro naturalmente
www.milionidieuro.com

lunedì 3 marzo 2008

EFFETTI DI ESPLOSIONI NUCLEARI


L?ESPLOSIONE DI UN ORDIGNO NUCLEARE
L'esplosione di un ordigno nucleare, sviluppando temperature di decine di milioni di gradi, produce nell'aria una sfera di fuoco che, come un piccolo Sole, emette radiazioni luminose e termiche che viaggiano alla velocità della luce. La sfera di fuoco della bomba di 1 megatone (1 Mton), alla quale mi riferirò, che esplodesse in aria, apparirebbe a 100 Km molte volta più luminosa del sole medesimo.
L'enorme aumento di pressione prodotto dall'esplosione genera un'onda d'urto che viaggia a velocità un poco superiore a quella del suono (circa 500 m/s).
Se l'esplosione avviene in aria a piccola quota (ad esempio: 600 m), l'onda d'urto viene riflessa dal suolo dopo aver provocato un cratere profondo 80 m e largo 700 m.
Qualche secondo dopo l'esplosione, il gas caldissimo contenuto nella sfera o palla di fuoco acquista una velocità ascensionale risucchiando violentemente verso l'alto l'aria ed i detriti circostanti (provocati dall'esplosione appena avvenuta) assumendo la caratteristica forma a fungo.
La differenza con un esplosivo tradizionale è presto detta:
ESPLOSIVO CONVENZIONALE, dopo la deflagrazione:
si ha a che fare solo con l'onda d'urto o onda di pressione e, in misura ridotta, con l'onda di calore
ESPLOSIVO NUCLEARE, dopo la deflagrazione:
si ha a che fare con l'onda d'urto o onda di pressione che impiega circa il 50% dell'energia
si ha a che fare con la radiazione termica o onda di calore che impiega circa il 35% dell'energia
si ha a che fare con la radioattività o onda radioattiva (fall out) che impiega circa il 15% dell'energia
si ha a che fare con il fall out, la ricaduta dopo tempi differenti di materiale radioattivo sollevato in quota
ONDA DI PRESSIONE
Gli effetti distruttivi di quest'onda sono strategicamente importanti soprattutto per il cratere che producono. Questa onda può essere utilmente usata, ad esempio, per distruggere istallazioni e/o basi missilistiche situate in silos sotterranei. La distruzione di edifici dipende dalla loro struttura costruttiva, dalla distanza a cui si trovano e dall'altezza a cui avviene l'esplosione. In definitiva un'onda di pressione origina una sovrapressione che si aggiunge alla ordinaria che è di 1Kg su ogni cm2 di superficie. Una sovrapressione di 0,35 Kg/cm2 è considerata sufficiente a distruggere la maggior parte degli edifici e gli ordigni nucleari generano una sovrapressione di 0,35 Kg/cm2 ad una distanza in Km proporzionale alla radice cubica della loro potenza esplosiva in chilotoni (1 chilotone = 1000 tonnellate equivalenti di tritolo). Vediamo degli esempi:
se la bomba è da 1 chilotone (1 Kton) segue che la radice cubica di 1 è 1 e cioè la distanza di distruzione è di 1 Km.
se la bomba è da 8 Kton segue che la radice cubica di 8 è 2 e cioè la distanza di distruzione è di 2 Km
se la bomba è da 27 Kton segue che la radice cubica di 27 è 3 e cioè la distanza di distruzione è di 3 Km
Si può da questi facili conti trarre subito una importante conclusione: le bombe più grandi distribuiscono la loro potenza distruttiva in modo molto meno efficace delle più piccole.
L'uomo sopporta sovrapressioni maggiori. Hiroshima e Nagasaki, i due laboratori da cui si sono apprese molte cose (oltre a quelli in cui gli USA e l'URSS sperimentavano sulle loro popolazioni), indicano che per una bomba di circa 20 Kton l'area letale per l'uomo si estende grosso modo alla zona in cui vi è una sovrapressione di 1 Kg/cm2 . Si deve comunque tener grandissimo conto che le morti da sovrapressione sono da addebitarsi all'effetto indiretto: le persone sono scagliate contro ostacoli fissi oppure sono investite da oggetti in volo.
ONDA DI CALORE
Riferendoci sempre ad un ordigno da 1 Mton nell'atmosfera, l'onda di calore provoca ustioni di primo grado (eritemi) a distanze di 20 ÷ 25 Km, e di secondo grado (bolle con siero e flittene) a 15 ÷ 20 Km (ciò nel caso in cui non vi siano schermi tra la sfera di fuoco ed il corpo). Se la bomba fosse da 20 Mton le ustioni di primo grado si avrebbero fino a 100 Km e quelle di secondo grado fino a 50 Km. Si deve dire che ustioni di secondo grado estese a circa il 50% del corpo umano, nelle circostanze associate ad una esplosione nucleare (che vedremo), sono mortali. La radiazione termica (nel caso di 1 Mton) è in grado di provocare incendi per un raggio di 15 Km che diventano 30 se la bomba è da 20 Mton. Possono quindi scoppiare incendi in una zona compresa tra 700 e 2800 Km2 e questi incendi scoppierebbero simultaneamente. Si salverebbero solo coloro che avessero rifugi profondi sottoterra ed una scorta di ossigeno per parecchi giorni poiché la combustione lo consumerebbe praticamente tutto.
Ma vi sono anche effetti indiretti. Ad Hiroshima il 70% delle attrezzature antincendio andò distrutto nel crollo delle caserme dei pompieri e l'80% di questi ultimi non si presentò all'appello. Gli incendi quindi si propagherebbero indisturbati anche perché le strade, piene di macerie, non sarebbero percorribili. Ad Hiroshima la tempesta di fuoco durò 6 ore. Si raggiunsero temperature superiori ai 1 000 °C, in grado di fondere vetri e metalli e di incendiare materiali normalmente indistruttibili.
La tempesta di fuoco, oltre ad incendiare tutto, a scaldare violentemente tutto e a consumare ossigeno, libera anche gas nocivi. A Dresda, nel 1945, il bombardamento di tipo convenzionale (altro crimine contro l'umanità) uccise, per effetto dei gas nocivi dovuti alla tempesta di fuoco, più di 100.000 persone; si salvarono solo coloro che avevano lasciato i loro rifugi prima della tempesta di fuoco.
ONDA RADIOATTIVA
La radiazione nucleare a, b, g, che si libera immediatamente uccide in tempi brevi proprorzionalmente all'esposizione alla radiazione. La morte avviene per tumori e leucemie.
I primi sintomi di irradiazione nucleare sono nausea, vomito e diarrea. Insorgono poi, nei casi più gravi: emorragie, febbre e stato generale di collasso. Inoltre, le persone irradiate sono soggette ad infezioni nel caso di ferite (circostanza molto importante perché, nel caso di esplosioni nucleari, molte persone sono simultaneamente irradiate e ferite).
Una dose di radiazione sufficiente ad uccidere fino al 95% della popolazione si ha in un raggio di poco più di 3 Km se la bomba è da 1 Mton (10 Km per bomba da 20 Mton). A 5 Km (bomba da 1 Mton) e a 15 Km (bomba da 20 Mton) si hanno scarsi effetti radioattivi somatici ma c'è possibilità che insorgano effetti genetici.
IL FALL OUT
Questo particolare fenomeno radioattivo si fa sentire vario tempo dopo l'esplosione.
Supponiamo che la bomba esploda al suolo. Una gran massa di terreno e detriti viene risucchiata dall'esplosione e portata in quota (all'incirca a 10 Km). I pezzi più grossi ricadono a terra nelle ore o giorni successivi, l'estensione della zona interessata dipendendo dalle condizioni meteorologiche. La polvere più minuta sale nella stratosfera ricadendo solo dopo mesi od anni ed interessando tutta la Terra.
Tutte queste particelle di terreno e detriti sono mescolati a materiali fortemente radioattivi (gli svariati isotopi) prodotti dall'esplosione. Inoltre il terreno stesso è diventato radioattivo a seguito della radiazione neutronica prodotta dall'esplosione.
Se l'esplosione avviene ad alta quota, non si ha praticamente fall out locale ma solo mondiale. La quantità di fall out locale e mondiale dipende dalla quota a cui avviene l'esplosione e dalle condizioni meteorologiche. L'esplosione di 20 Mton, dovuti per metà a fissione, al suolo potrebbe contaminare una zona di 10.000 Km2, provocando la morte di ogni umano che non disponga di rifugio schermato.
EFFETTI DELLE RADIAZIONI
Le morti a seguito di esposizione a radiazione dipendono dal tipo di sorgente radioattiva, dall'intensità della sorgente e dal tempo di esposizione. Una delle unità in uso è il rem (vedi A scadenza di poche settimane una dose di 600 rem subita durante 6 ÷ 7 giorni, porta nel 90% dei casi alla morte. Una dose di 450 rem produce lo stesso effetto nel 50% dei casi. Una dose di 300 rem nel 10% dei casi. Sempre alla scadenza suddetta, dosi inferiori a 300 rem producono nausea e vomito oltre ad una forte debilitazione del sistema immunitario. Alla scadenza di alcuni anni, invece, anche dosi di soli 50 rem sono in grado di produrre tumori tra lo 0,5% ed il 2,5% della popolazione esposta.
Per quel che riguarda gli effetti biologici delle radiazioni, occorre subito dire che la radiologia non è una scienza molto sviluppata e molte cose ancora non si conoscono bene e, di conseguenza, sono solo possibili conclusioni di ordine generale. Tali effetti si distinguono in somatici e genetici. Gli effetti somatici si osservano nell'individuo esposto e si esauriscono con lui. Gli effetti genetici si osservano nelle generazioni future a seguito di alterazioni delle cellule germinali (o genetiche).
Il danno somatico sembra dovuto ad una rottura del cromosoma che si trova vicino alla zona d'impatto della radiazione. Una volta divisi i due monconi del cromosoma, essi hanno le seguenti possibilità: saldarsi insieme nuovamente (restituzione); attaccarsi a monconi di altri cromosomi (aberrazione a due rotture); rimanere separati (aberrazione ad una rottura). Quest'ultima possibilità fa perdere al nucleo cellulare tutte le informazioni in esso contenute. Gli effetti possono essere immediati o ritardati. Altro possibile effetto è il rallentamento o l'arresto della crescita della cellula ad un particolare stadio del suo ciclo.
Sul danno genetico si sa molto poco. Esso è conseguente ad alterazioni delle cellule germinali e consiste nella produzione di mutanti, cioè di individui con alcune informazioni genetiche variate rispetto a quelle dei genitori. In caso di esplosione tali effetti si farebbero sentire per svariate generazioni.

ESPOSIONE NUCLEARE


Che cos'è un'esplosione nucleare?
Un ordigno nucleare è un dispositivo che sfrutta i processi di fissione o viceversa di fusione atomica per produrre un'enorme quantità di energia che viene rilasciata esplosivamente (un'onda intensa di calore, luce, pressione dell'aria) accompagnata da intensa produzione di radiazioni. Le bombe sganciate su Hiroshima e Nagasaki in Giappone alla fine della Seconda Guerra Mondiale, hanno prodotto esplosioni nucleari.
Quando esplode un dispositivo nucleare, si produce una grossa sfera di fuoco. Tutto quanto si trova all'interno di questa sfera di fuoco, compresi suolo e acqua, evapora e viene spinto verso l'alto. In tal modo si crea la nube con la caratteristica forma a fungo. Le sostanze radioattive prodotte dall'esplosione dell'ordigno nucleare si mescolano nella nube a fungo alle sostanze evaporate: quando queste si raffreddano, si condensano in particelle sotto forma di polvere. Le sostanze radioattive condensate ricadono sulla terra e questo fenomeno è conosciuto con il nome di pioggia radioattiva. Le particelle radioattive possono essere trasportate anche molto lontano (centinaia o migliaia di chilometri di distanza dal sito dell'esplosione) dalle correnti presenti negli strati alti dell'atmosfera. La pioggia radioattiva determina lo spargimento della contaminazione su vaste superfici di territorio.
Quali sono gli effetti di un'esplosione nucleare?
Gli effetti di un'esplosione nucleare su una persona dipendono dalla potenza dell'ordigno e soprattutto dalla distanza a cui si trovava la persona dall'esplosione. Si possono avere lesioni meccaniche anche molto gravi a causa dei detriti proiettati dall'esplosione stessa (traumi gravi anche mortali).
Le persone possono sperimentare ustioni cutanee sia di natura termica a causa dello sviluppo di elevatissime temperature (sfera di fuoco), che di natura radiologica: la loro gravità sarà tanto maggiore quanto minore la distanza delle vittime rispetto al luogo dell'esplosione.
Si possono avere danni oculari (da una cecità temporanea a gravi ustioni della retina con possibilità di danni permanenti) in coloro che guardino direttamente l'esplosione. Gli individui nelle vicinanze dell'esplosione sono esposti ad elevatissimi livelli di radiazioni con il conseguente sviluppo dei sintomi della malattia da radiazioni (chiamata sindrome acuta da radiazioni o SAR).
Mentre le ustioni gravi appariranno entro pochi minuti, gli altri effetti sulla salute potrebbero richiedere giorni o settimane prima di apparire. Questi effetti possono essere lievi, come l'arrossamento cutaneo, oppure gravi fino alla morte, a seconda della quantità di radiazioni assorbite (la dose), del tipo di radiazioni, della via di esposizione e della durata della stessa.
In conseguenza di un'esplosione nucleare si possono considerare due tipi di esposizione alle radiazioni: esposizione esterna e contaminazione radioattiva che a sua volta può essere distinta in contaminazione superficiale o esterna e contaminazione interna.
L'esposizione esterna ha luogo quando le vittime sono esposte alle radiazioni generate direttamente dall'esplosione o indirettamente dalla ricaduta (pioggia radioattiva), la sorgente di radiazioni rimane comunque esterna al corpo.
La contaminazione radioattiva si ha sostanze radioattive generate dall'esplosione direttamente o indirettamente in tempi successivi vengono a diretto contatto con l'organismo: si parla di contaminazione radioattiva superficiale (contaminazione esterna) quando vi sia la deposizione di sostanze radioattive in forma di polveri, liquidi, ecc.) sugli indumenti e/o sulla cute della persona; mentre si parla di contaminazione interna quando le vittime incorporano sostanze radioattive nel loro organismo attraverso l'introduzione delle stesse per via inalatoria o per ingestione di cibi contaminati ovvero per penetrazione dall'esterno attraverso ferite. Sia l'esposizione esterna che quella interna possono avvenire anche a molti chilometri di distanza dal luogo dell'esplosione.
L'esposizione esterna ad altissime dosi di radiazioni può causare la morte entro pochi giorni o mesi.
L'esposizione esterna a dosi inferiori di radiazioni e quella interna dovuta all'inalazione o al fatto di aver mangiato cibo contaminato con la pioggia radioattiva può portare ad avere un aumento del rischio di sviluppare neoplasie o altri effetti nocivi per la salute.
Come proteggere la famiglia e se stessi da un'esplosione nucleare?
Nel caso di un'esplosione nucleare, sarà attivato un piano di risposta alle emergenze a livello locale e nazionale.
Seguono alcune misure consigliate dall'Organizzazione Mondiale della Sanità in caso di esplosione nucleare:
Se ci si trova vicino all'esplosione quando questa avviene:
Coprirsi gli occhi per evitare di danneggiare la vista.
Stendersi a terra con la faccia rivolta verso il terreno, mettendo le mani sotto il corpo.
Restare sdraiati fino a quando non siano passati il calore e le onde d'urto.
Se ci si trova all'esterno quando avviene l'esplosione:
Trovare qualcosa con cui coprirsi bocca e naso, come una sciarpa, un fazzoletto o altri oggetti di tessuto.
Togliere tutta la polvere dagli indumenti spazzolandoli, agitandoli e sfregandoli in un'area ventilata; coprirsi bocca e naso mentre si fanno queste cose.
Trasferirsi in un rifugio, nel seminterrato o in altre aree sotterranee, preferibilmente lontane dalla direzione in cui soffia il vento.
Togliersi gli indumenti che possono essere contaminati; se possibile, fare una doccia, lavarsi i capelli e cambiare indumenti.
Se ci si trova di già nel rifugio o nel seminterrato:
Coprirsi bocca e naso con una maschera facciale o altro (come una sciarpa o un fazzoletto) fino a quando non sia cessata la ricaduta di sostanze radioattive.
Spegnere gli impianti di aerazione e sigillare porte e finestre fino a quando non sia cessata la ricaduta di sostanze radioattive. Dopo che la nube radioattiva sarà passata togliere i sigilli a porte e finestre per permettere di far circolare l'aria.
Restare all'interno fino a quando le autorità non informino che è sicuro uscire.
Ascoltare la radio o la televisione per avere informazioni e consigli. Le autorità potranno dare indicazioni di restare nel rifugio o di evacuare in direzione di un luogo più sicuro lontano dall'area.
Se bisogna uscire, coprirsi bocca e naso con un fazzoletto inumidito.
Consumare solo acqua e alimenti conservati. Non mangiare cibi freschi locali né bere acqua della rete idrica locale.
Pulire e coprire tutte le ferite aperte sul corpo.
Se viene consigliato di evacuare:
Ascoltare la radio o la televisione per avere informazioni sulle vie di evacuazione, i rifugi temporanei e le procedure a cui attenersi.
Prima di andarsene, chiudere a chiave porte e finestre e spegnere i sistemi di condizionamento dell'aria, chiudere le prese di aria, i ventilatori e i forni.
Portarsi dietro rifornimenti da calamità, come una torcia elettrica con batterie di scorta, una radio a batterie, un kit di pronto soccorso, acqua e alimenti di emergenza, apri-scatole non elettrico, medicinali essenziali, contante e carte di credito, nonché scarpe pesanti.
Ricordarsi che i vicini potrebbero aver bisogno di aiuto, soprattutto i bambini, le persone anziane e i disabili.
Una bomba nucleare è la stessa cosa di una "suitcase bomb"?
Con il termine di “suitcase bomb" (bombe portatili, da valigetta) si intendono ordigni nucleari di piccole dimensioni che possono comunque produrre un'esplosione nucleare molto distruttiva anche se di dimensioni inferiori a quelle di un'arma nucleare sviluppata a scopi di strategia militare.
Una bomba nucleare è la stessa cosa di una "bomba sporca"?
Un'esplosione nucleare è diversa da quella di una "bomba sporca". Una "bomba sporca", detta anche dispositivo a dispersione radiologica, è una bomba che impiega esplosivo tradizionale, come per esempio la dinamite, per disperdere sostanze radioattive sotto forma di polvere. Essa non prevede l'innesco di meccanismi di fissione o fusione atomica per produrre la tremenda forza distruttiva di un'esplosione nucleare, ma provoca la dispersione di limitate quantità di sostanze radioattive nei dintorni della sede dell'esplosione. Lo scopo principale di una "bomba sporca" è di impaurire le persone e di contaminare edifici o terreni con sostanze radioattive.
Se un aeroplano precipitasse su una centrale nucleare, si avrebbe lo stesso effetto di un'esplosione nucleare?
Anche se un incidente grave come quello di un aeroplano che precipiti su una centrale nucleare potrebbe causare il rilascio di sostanze radioattive nell'aria, una centrale nucleare non esplode come un'arma nucleare. Ci può essere il pericolo di una contaminazione radioattiva dell'ambiente circostante, più o meno intensa a seconda del tipo di incidente, della quantità di radiazioni rilasciate e delle condizioni atmosferiche del momento.
Nel caso di esplosione nucleare, bisogna assumere ioduro di potassio (KI)?
Sarà cura delle autorità competenti stabilire la necessità della somministrazione di iodio radioattivo alla popolazione e provvedere alla sua distribuzione attraverso i canali di emergenza (forze dell’ordine, protezione civile). Il KI protegge solo la ghiandola tiroide e non offre alcuna protezione verso gli effetti delle radiazioni su altri organi o tessuti. Il fatto di assumere KI non protegge le persone da altre sostanze radioattive che possano essere presenti insieme allo iodio radioattivo.

LA SPERANZA

LA PAURA BUSSO ALLA MIA PORTA, LA SPERANZA ANDO' AD APRIRE, NON C'ERA NESSUNO .........

sabato 1 marzo 2008

Chernobyl


Vittime a lungo termine
Non è possibile stimare con precisione il numero di vittime dovute alle radiazioni, le stime più recenti e neutrali provengono dal Chernobyl Forum e contemplano effetti sulla popolazione delle aree limitrofe al reattore e delle aree maggiormente colpite dalla ricaduta di scorie, quest'ultime per lo più in Bielorussia e Ucraina. La popolazione è stata anche divisa in individui che erano adulti all'epoca dei fatti e individui che erano in età infantile.
Gli studi citati per 20 anni come neutrali e effettuati dall'OMS e poi dal Chernobyl Forum, sono discordanti da un altro studio commissionato da gruppi e personalità contrarie al nucleare: gruppi del parlamento europeo, Greenpeace e fondazioni mediche in Gran Bretagna, Germania, Ucraina e Scandinavia.Vittime secondo istituzioni contrarie al nucleare
Nel rapporto promosso da gruppi e personalità contrari al nucleare e presente nel sito di Greenpeace[2], si citano valori delle sole forme tumorali pari a 270 mila casi fra Ukraina, Bielorussia e Russia collegabili a Chernobyl. 93 mila riguardano persone destinate al decesso.
Il rapporto è molto ampio ma offre spesso solo valutazioni grossolane a percentuali di problemi come la sterilità, aborti, danni al sistema immunologico, al sistema endocrino, difetti cromosomici, invecchiamento precoce, malattie psichiatriche, malattie cardiovascolari e del sangue e malattie generiche riconducibili alle radiazioni. Da cui verranno presumibilmente altre vittime da imputare alla radioattività[3].Vittime secondo il rapporto del Chernobyl Forum
È stato riscontrato che molti individui hanno sviluppato tumori alla tiroide dovuti all'accumulo di iodio radioattivo all'interno dell'organo, fortunatamente le probabilità di guarigione da questo tipo di tumori è molto alta (fino al 99% per i casi legati a Chernobyl, il 90% nei paesi occidentali) e di conseguenza le vittime sono state relativamente poche secondo il rapporto dell'OMS. Inoltre l'assorbimento di iodio radioattivo sembra abbia un effetto considerevole solo sugli individui che erano ancora bambini nel 1986.
Anche studi epidemiologici sulle 600 mila persone, per la maggior parte militari, che parteciparono alla costruzione del rivestimento di cemento hanno evidenziato un aumento dell'incidenza di vari tipi di tumori, per lo più leucemie.
In questo modo è stato stimato che il numero di vittime dal 2006 in poi sarà di 4000 tra gli abitanti dei dintorni e i militari per salire a più 9000 persone considerando anche i dati sugli effetti a lungo raggio.
Per fare un paragone durante il disastro di Bhopal in India morirono 4000 persone in una sola notte e, si stima, circa 30 mila nel giro di qualche mese, ed un totale di 500 mila intossicati. È da tenere in considerazione che i dintorni di Chernobyl erano (e tuttora sono) molto meno popolati dei dintorni di Bhopal.
Critica ai dati dell'OMS
Alcuni giornali hanno riportato le lamentele di operatori sanitari ucraini che inviavano i propri dossier con elevati numeri di casi di cancro all'OMS ma tali documenti non venivano presi in considerazione e per l'OMS le vittime continuavano e continuano ad essere 4000 fino ad oggi. La giustificazione per il dato di 4000 morti è formulata da alcuni esperti che ritengono che all'epoca dell'incidente non vi era interesse nell'indagare e nel mettere in discussione quel numero offerto da istituzioni russe in quanto si era in era post URSS. Altri ritengono che l'industria nucleare abbia intenzionalmente nascosto la verità tramite l'OMS.
Una ricercatrice afferma "Siamo pieni di casi di cancro alla tiroide, leucemie e mutazioni genetiche non registrati nei dati dell'Oms e che erano praticamente sconosciuti 20 anni fa", ha detto Eugenia Stepanova, del centro scientifico del governo ucraino.
"Studi mostrano che 34.499 persone che presero parte alla ripulitura di Chernobyl sono morte di cancro dopo la catastrofe", afferma Nikolai Omelyanetes, vice capo della commissione nazionale per la protezione dalle radiazioni ucraina, inoltre secondo Nikolai il tasso di mortalità infantile è aumentato fra il 20 e il 30%.
Nikolai afferma inoltre che "Tutte queste informazioni sono state ignorate dall'Aiea e dall'Oms: gliele abbiamo mandate a marzo dello scorso anno (2005 ndr) e poi nuovamente a giugno. Non hanno detto perché non le hanno accettate"[4].Necessità di future riparazioni
Il sarcofago non è un contenitore permanente e duraturo per il reattore distrutto a causa della sua affrettata costruzione, spesso eseguita a distanza con l'impiego di robot industriali; Inoltre il progetto originiario aveva considerato una durata massima del sarcofago di 30 anni, in quanto esso era stato previsto solo come misura di emergenza temporanea per dare il tempo di realizzare una struttura permanente, e ci stiamo avvicinando pericolosamente a quel limite.
L'edificio sta invecchiando male e c'è il rischio concreto che un piccolo terremoto o il peso di una forte nevicata possa distruggerlo. Se il sarcofago collassasse potrebbe esserci il rilascio di un'altra nube di polvere radioattiva. Sono stati discussi molti piani per la costruzione di un contenitore più duraturo ma, finora, si sono rivelati tutti troppo costosi e pericolosi da mettere in atto. L'invecchiamento precoce del sarcofago è da imputare al forte livello di radioattività che indebolisce i materiali usati per la sua costruzione.
Il costo previsto per la nuova copertura si aggira attorno al miliardo di euro e forse anche di più, la difficoltà nel reperire i fondi è evidente e fino ad oggi sembra siano stati promessi soltanto i due terzi della somma necessaria.
I costi dovuti a questo genere di incidenti vengono assorbiti dalla collettività, in particolare il governo ucraino aspetta che arrivino fondi dall'Europa. L'eperienza di Three Mile Island e altre esperienze come questa di Chernobyl insegna che l'energia da nucleare ha questo genere di sovrapprezzo di solito pagato tramite le tasse anche dei cittadini italiani.
Testo tratto da Wikipedia, licenza FDL.

RICERCA SUL NUCLEARE

L'uranio ha due isotopi, il 235 e il 238, quello usato nei reattori a fissione nucleare è il 235.
L'uranio naturale ha lo 0,73% di uranio 235. Per le centrali nucleari è necessario che l'uranio sia arricchito fino al 3%, cioè il 97% di uranio 238 e il rimanente di uranio 235.

L’Uranio non è quel materiale che si trova ovunque in abbondanza ma è una risorsa limitato come lo è il petrolio.
È un metallo piuttosto raro: a oggi, 2005, si conosce con precisione la localizzazione di 3 milioni e mezzo di tonnellate di uranio fissile, il 235, e si stima che ce ne siano altre 3 milioni tuttora ignote.

Sono tante? Sarebbero all’incirca il volume del cemento utilizzato per 280 Dighe di Hoover. Insomma, non tantissimo per essere il totale delle riserve utili planetarie.

A queste quantità possiamo aggiungerne ragionevolmente 5 milioni di tonnellate tra inestraibili, difficilmente sfruttabili o over-peak (oltre il picco di Hubbert). La quantità utile è quindi di 6.5 milioni di tonnellate.

Proviamo a suddividere le riserve note che sono 3.5 milioni di tonnellate:

Nazione Tonnnellate di U235 Percentuale mondiale
Australia 1'074'000 30%
Kazakhstan 622'000 17%
Canada 439'000 12%
South Africa 298'000 8%
Namibia 213'000 6%
Brazil 143'000 4%
Russian Fed. 158'000 4%
USA 102'000 3%
Uzbekistan 93'000 3%


Consumi

La sola Russia oggi richiede circa 4'600 tonnellate di uranio all’anno. Già oggi la richiesta nazionale è superiore alla produzione. Il mondo intero nell'anno 2000 produceva e consumava 68'000 tonnellate di uranio: servivano a coprire tra il 2.5 e il 6% del fabbisogno energetico mondiale (stima prudenziale e stima ottimistica) per un totale di 363 GigaWatt. Ma tra il 1999 e il 2000 la richiesta è aumentata di 6'000 tonnellate in più del normale andamento. Oggi, 2005, servono 84'000 tonnellate di uranio all’anno.

Per eseguire una stima suppongo che anche le 84 mila tonnellate di uranio consumate nel 2005 coprano tra il 2.5 e il 6% del fabbisogno energetico mondiale (stima prudenziale e stima ottimistica) come avveniva nell'anno 2000. In tal modo decuplicando il numero di centrali nucleari (420 nell'anno 2005) e cioè passando a 4 mila centrali atomiche verrebbe coperto tra il 25% e il 60% del fabbisogno energetico mondiale.

La decuplicazione del numero di centrali nucleari a uranio 235 avrebbe però l'effetto di fare durare le riserve note di 3.5 milioni di tonnellate, solo per 4 anni. In pratica l'Uranio 235 presente in natura è troppo poco per sostituire o integrare in modo significativo il petrolio.

Prezzo

Nel 1990 una tonnellata di uranio veniva venduta per 22'000 dollari. Nel gennaio 1996 costava 26'800 dollari. A dicembre 1996 valeva 35'600 dollari. Prezzi attualizzati 2005.

Oggi, 2005, il prezzo è tra i 60 e gli 80'000 dollari/tonnellata, il più alto da 15 anni.

Fonte L'indignato. Autore del post originale Jolly Roger. Licenza Creative Commons.

Interessante è lo studio dell'Energy watch group che fa una disamina dettagliata delle riserve minerarie di uranio e che propone la prospettiva che il picco dell'uranio sia già avvenuto o sia prossimo.

Reattori autofertilizzanti

Oltre ai reattori all'uranio 235 esistono i reattori all'uranio 238 o al torio i così detti reattori autofertilizzanti o reattori veloci che però sono reattori usati quasi esclusivamente a livello militare. Tali centrali nucleari usano plutonio per generare calore e usano uranio 238 come schermatura la quale si trasforma lentamente in plutonio quando colpita dai neutroni del reattore.

In pratica nei reattori autofertilizzanti viene generato più plutonio di quanto se ne consumi a partire dall'uranio più diffuso in natura, il 238.

In assenza di dati precisi si possono fare previsioni a spanne.

Usate le informazioni di Jolly Roger qui sopra si ha con approssimazione che circa il 40% (25%-60%) del consumo energetico mondiale è coperto con 840 mila ton di U235. Visto che l'uranio naturale ha lo 0,73% di uranio 235 e supposto che i reattori veloci e quelli lenti abbiano la stessa efficienza, si ha che:

1) le riserve note più quelle da scoprire sono pari a 6.5 milioni di ton / 0.0073 = 890 milioni di ton di uranio naturale
2) l'intero fabbisogno energetico mondiale che sostituisce tutto il petrolio è pari a 840 mila ton / 0.40 = 2.1 milioni ton

Quindi in assenza di petrolio l'uranio naturale permette di essere autosufficienti per 890 milioni di ton / 2.1 milioni di ton = 424 anni.
Quindi in assenza di petrolio l'uranio naturale permette di essere autosufficienti per 400 anni tramite i reattori a plutonio. Ma si tratta di un tentativo di capire l'ordine di grandezza.

Un famoso reattore autofertilizzante è il francese Superfenix che ora ha chiuso i battenti. Non ho trovato molte notizie in rete su questo reattore avente avuto anche uso militare.

Il plutonio ha quasi immediati usi bellici, si tenga conto che 16 kg (anche 10 Kg) di tale metallo in forma sferica innesca una reazione nucleare a catena generando una quantità esplosiva di energia.

Secondo molte fonti avere un rettore a plutonio significa probabilmente avere la bomba atomica, quindi andare in questa direzione significa rendere potenze nucleari ogni nazione che adotti questi reattori.

Alcuni commenti trovati in Rete dicono che questa tecnologia non è matura e che occorre ancora tempo perché diventi una opportunità pratica.

Reattori a fusione

È un sistema per produrre energia che non aumenta l'effetto serra e che genera un quantitativo di scorie nucleari limitato e di breve durata (inferiore al secolo). Attualmente esiste solo un prototipo sperimentale chiamato progetto ITER che non genera alcuna energia ma che darà vita a un secondo prototipo chiamato DEMO. Per avere una centrale nucleare a fusione funzionante se ne riparla tra qualche decina d'anni.

Nel sito ufficiale di ITER si dice «Detailed plans exist for the construction, operation and decommissioning of ITER, and indicate that, if the ITER Organisation is established in 2006, the first plasma should be possible in ITER by the end of 2016». In pratica il primo plasma si avrà non prima del 2017 e non sarà un plasma che genera energia elettrica ma servirà solo per studiare la fusione nucleare.

Incidenti

Oltre a dati di natura tecnica ovvero la scarsità di uranio 235 e il suo costo e oltre a questioni di armamenti nucleari vi è la questione rischio che si traduce nel numero di morti attuali e futuri causati dall'incidente di Chernobyl.

Chernobyl

Ricorre in questi giorni il ventennale dell'incidente e tra il 1986 e il 2006 si sapeva ufficialmente che il numero di morti era stato di circa 4 mila, nel 2006 si scopre che la stima della mortalità da incidente è di mezzo milione in 20 anni.

Entrambe le fonti sono autorevoli, i 4 mila morti sono dichiarati dall'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) e dall'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (Aiea). Il mezzo milione di morti da un gruppo di ricercatori che hanno lavorato su incarico di gruppi del parlamento europeo, di Greenpeace e fondazioni mediche in Gran Bretagna, Germania, Ucraina e Scandinavia.

Il rapporto è stato visto e descritto dal quotidiano inglese The Guardian e fonti di lingua italiana hanno ripreso la notizia come La Stampa e Swiss info. In breve il rapporto è presente sul sito di Greenpeace oppure in lingua inglese è presente il rapporto lungo.

In questo anniversario segnalo altre fonti che si occupano di affermare la pericolosità del nucleare tramite numeri: Liberazione, Ticino on line.

Vari autori tra cui il sottoscritto tengono aggiornala la catastrofe di Chernobyl su wikipedia, segnalo un parte significativa e nascosta di quel testo che vede pure il mio contributo e che ho pubblicato come voce a se stante dal titolo Chernobyl che descrive i danni a lungo termine dell'incidente.

In particolare sembra certa la cifra di 270 mila casi dei soli tumori fra Ukraina, Bielorussia e Russia collegabili a Chernobyl. 93 mila riguardano persone destinate al decesso. Ma i tumori sono solo una delle tante malattie provocate dalla radioattività e dai radioisotopi. Ci sono inoltre gli aborti e ci sono le malformazioni. Poi ci sono i morti al di fuori delle tre nazioni più colpite.

Il problema della radioattività è che spesso si usano stime per contare i decessi in quanto la scienza non è in grado di comprendere se un tumore o una malattia è stata causata dalla radioattività o meno. Per esempio il giornale Ticino on line dice: «Secondo stime basate sui valori empirici rilevati a Hiroshima e Nagasaki, in Svizzera bisogna contare su un aumento di circa duecento decessi per cancro dovuti al'incidente di Chernobyl»

I morti causati dalla bomba atomica americana su Hiroshima sono pari a 200 mila ed è chiaro che siamo su queste cifre.

Oltre ai decessi le maestre e i professori ci ripetono che i bambini e i ragazzi di Chernobyl si stancano molto facilmente e sono di salute cagionevole. A lezione perdono facilmente la concentrazione stancandosi in fretta. È una constatazione di molti docenti che anche il livello intellettivo sia più basso in questi sfortunati ragazzi. Credo che anche questo vada messo nel computo del danno delle radiazioni. Anche se non sono aspetti misurabili si tratta pur sempre di sofferenza umana. È una o più generazioni segnata dall'incidente, i loro figli non si sa come saranno.

Il banner a fianco è una locandina tratta dallo speciale di Greenpeace su una mostra fotografica dedicata anche alla catastrofe. «Il fotografo Robert Knoth, insieme alla giornalista Antoinette de Jong e in collaborazione con Greenpeace, ha realizzato quattro reportage fotografici in altrettante aree colpite da incidenti e contaminazioni nucleari dell'ex Unione Sovietica. A vent'anni dal disastro di Cernobyl, la mostra evidenzia come questa tragedia non abbia rappresentato un fatto isolato e si inserisce nel dibattito attuale sulla necessità di garantire l'approvvigionamento energetico per il futuro».

Leucemia sui bambini

Secondo diversi studi chi abita nelle vicinanze di centrali atomiche ha più probabilità di vedere i propri figli ammalarsi di leucemia. L'ultimo studio che conferma altri studi riguarda la Germania, l'università di Magonza per conto dell'Ufficio federale per la protezione dalle radiazioni ha rilevato che in un raggio di 5 Km dalla centrale si sono ammalati di leucemia 37 bambini con età inferiore ai 5 anni contro una previsione di 17.

La notizia è stata riportata dalla "Sueddeutsche Zeitung" e in Italiano dall'agenzia AGI (qui).

I ricercatori affermano:

«Il nostro studio ha confermato che esiste un legame tra la vicinanza di un'abitazione ad una centrale nucleare e l'insorgenza del cancro, in particolare della leucemia, in bambini di età inferiore a cinque anni»

Quel che si evince dalle fonti di informazione è che altri studi rilevano questa dipendenza e che l'università di Mongoza abbia confermati gli studi precedenti.

Secondo uno degli autori dello studio, il rischio accresciuto per un bambino di venire colpito dal cancro è reale anche in un raggio di 50 km dal reattore nucleare.

Facendo una ricerca degli articoli epidemiologici che analizzano il numero di decessi per leucemia rispetto alla media, si trovano diversi risultati oltre la media.

Per esempio nell'impianto nucleare di Krümmel si è trovato un tasso molto più elevato della media di bambini sotto i 5 anni morti per leucemia. Uno studio conferma perdite radioattive dalla centrale: «Exceptional elevation of children's leukemia appearing 5 years after the 1983 startup of the Krümmel nuclear power plant, accompanied by a significant increase of adult leukemia cases, led to investigations of radiation exposures of the population living near the plant.»

Un cluster di leucemie infantili si trova pure a Sellafield dove si trova un impianto nucleare. Per avere una casistica completa si cerchi con Google/Scholar.

Molti impianti nucleari sono stati esaminati e nella maggior parte dei casi non si sono trovati risultati anormali.

Sandro kensan

chi votare??? VOTA PER LA VITA!!!!!

Hon importa che voti, destra, sinistra o centro, l'importante e che voti per la vita.
DI' NO ai politici che vogliono il nucleare, lo vogliono per mangiare su tutte le nuove opere ed avvelenarti.
RICORDATI CHE IL NUCLEARE E PER TE E GLI UTILI SONO PER LORO.

I rifiuti radioattivi

A) Definizione di "Rifiuti Radioattivi"

Definizioni in ambito internazionale

"... qualsiasi materiale che contiene o è contaminato da radionuclidi a concentrazioni o livelli di radioattività superiori alle "quantità esenti" stabilite dalle Autorità Competenti, e per i quali non é previsto alcun uso ..."

(Dal Glossario IAEA)

"... materiale radioattivo in forma solida, liquida o gassosa per il quale non è previsto alcun ulteriore uso e che è tenuto sotto controllo come rifiuto radioattivo dall'Organismo Nazionale a ciò preposto secondo le norme e le leggi nazionali"

(Art. 2 punto "h" della Joint Convention on the Safety of Spent Fuel Management and on the Safety of Radioactive Waste Management")



Definizione secondo la legge italiana

"... qualsiasi materia radioattiva, ancorché contenuta in apparecchiature o dispositivi in genere, di cui non é previsto il riciclo o la riutilizzazione ..."

(Decreto Legislativo 17 marzo 95 N° 230 modificato dall' Art. 4, comma 3/i del Decreto Legislativo 241/00)





B) Modalità di classificazione

Per classificare i rifiuti radioattivi possono essere presi in considerazione vari parametri, quali:

- il contenuto in radionuclidi

- l'origine

- lo stato fisico

- il tipo di radiazione emessa

- il tempo di dimezzamento dei radionuclidi presenti

- la radiotossicità dei radionuclidi presenti

- l' attività specifica

- l' intensità di dose

- la modalità di gestione

- la destinazione finale (tipo di smaltimento definitivo)



C) Classificazione in base allo stato fisico

Relativamente allo stato fisico i rifiuti sono classificati in:

- Rifiuti gassosi

- Rifiuti liquidi

- Rifiuti solidi



Rifiuti gassosi

Sono prodotti essenzialmente nel ciclo del combustibile nucleare (reattore, riprocessamento).

Sono costituiti essenzialmente da gas nobili, ad esempio:
Kr-85 (cripto 85), tempo di dimezzamento 10,7 anni
Xe-133, (xeno 133), tempo di dimezzamento 5,2 giorni
Alcuni radioisotopi solidi particolarmente volatili possono accompagnare i rifiuti gassosi. Ad esempio:
I-131 (iodio 131), tempo di dimezzamento 8 giorni
I-129 (iodio 129), tempo di dimezzamento 15 milioni di anni
Cs-137 (cesio 137), tempo di dimezzamento 30 anni.
Anche il tritio(H-3) e il carbonio-14 possono dar luogo a prodotti radioattivi gassosi (idrogeno, vapor d'acqua, anidride carbonica).

Per tutti questi deve essere previsto un efficace sistema di intrappolamento, con conseguente produzione di rifiuti solidi o liquidi, a seconda delle tecniche impiegate.



Rifiuti liquidi



Sono prodotti in tutte le attività che implicano la produzione e l'impiego di radionuclidi.
Sono costituiti essenzialmente da soluzioni acquose, più o meno concentrate in sali.

Per quanto riguarda la quantità e qualità dei radionuclidi in essi contenuti, possono appartenere a tutte le categorie di classificazione.

I volumi più importanti (anche se relativamente a bassa radioattività) sono prodotti nelle operazioni di lavaggio e decontaminazione.

Sono generalmente raccolti e contenuti in serbatoi di caratteristiche adeguate, in attesa di essere sottoposti ai processi di trattamento e condizionamento.

Sono anche prodotte relativamente piccole quantità di rifiuti liquidi non acquosi, come ad esempio i solventi organici usati nel riprocessamento, oli lubrificanti contaminati, miscele di composti organici usati per scopi analitici (scintillazione liquida).



Rifiuti solidi

Sono prodotti in tutte le attività che implicano la produzione e l'impiego di radionuclidi.

Per quanto riguarda la quantità e qualità dei radionuclidi in essi contenuti, possono appartenere a tutte le categorie di classificazione.

I rifiuti solidi possono essere distinti :

Per contenuto in acqua - Solidi umidi
- Solidi asciutti

Per proprietà fisiche - Solidi combustibili
- Solidi non combustibili
- Solidi comprimibili
- Solidi non comprimibili

Per fonte di produzione - Rifiuti tecnologici
- Rifiuti di processo
- Rifiuti da smantellamento di impianti






D) Classificazione italiana -Guida Tecnica n.26 - ANPA



Categoria
Definizione
Esempi
Smaltimento definitivo

Prima Categoria
Rifiuti la cui radioattività decade in tempi dell'ordine di mesi o al massimo di qualche anno
Rifiuti da impieghi medici o di ricerca, con tempi di dimezzamento pari o inferiori a 75 giorni
Come i rifiuti convenzionali

Seconda Categoria
Rifiuti che decadono in tempi dell'ordine delle centinaia di anni a livelli di radioattività di alcune centinaia di Bq/g, e che contengono radionuclidi a lunghissima vita media a livelli di attività inferiori a 3700 Bq/g nel prodotto condizionato
Rifiuti da reattori di ricerca e di potenza, rifiuti da centri di ricerca, rifiuti da disattivazione di impianti
In superficie o a bassa profondità con strutture ingegneristiche

Terza Categoria
Rifiuti che decadono in tempi dell'ordine delle migliaia di anni a livelli di radioattività di alcune centinaia di Bq/g, e che contengono radionuclidi a lunghissima vita media a livelli di attività superiori a 3700 Bq/g nel prodotto condizionato
Rifiuti vetrificati e cementati prodotti dal riprocessamento;
combustibile irraggiato se non riprocessato;
rifiuti contenenti plutonio.
In formazioni geologiche a grande profondità




Guida Tecnica n. 26 - La gestione dei rifiuti radioattivi



E) Origine dei Rifiuti Radioattivi


Tutte le attività in cui sono utilizzati o manipolati materiali radioattivi generano rifiuti radioattivi.
Si illustrano di seguito le principali fonti di produzione dei rifiuti radioattivi, distinte per le diverse concentrazioni di radioattività.

- Rifiuti a bassa attività
- Rifiuti a media attività
- Rifiuti ad alta attività


Rifiuti a bassa attività

Le principali fonti di produzione sono:
· Installazioni nucleari
· Ospedali
· Industria
· Laboratori di ricerca

Essi includono generalmente:
· Carta, stracci, indumenti, guanti, sovrascarpe, filtri
· Liquidi (soluzioni acquose o organiche)

Un tipico reattore nucleare di potenza ne produce circa 200 m3 all'anno.
Un significativo contributo proviene dalla disattivazione delle installazioni nucleari non più in funzione.



Rifiuti a media attività

Le principali fonti di produzione sono:
· Centrali nucleari
· Impianti di fabbricazione del combustibile a ossidi misti (MOX)
· Impianti di riprocessamento
· Centri di ricerca

Includono generalmente:
· Scarti di lavorazione, rottami metallici
· Liquidi, fanghi, resine esaurite

Un tipico reattore nucleare di potenza ne produce circa 100 m3 all'anno.
Un significativo contributo proviene dalla disattivazione delle installazioni nucleari non più in funzione




Rifiuti ad alta attività

Sono le "ceneri" prodotte dal "bruciamento" dell'uranio nei reattori. I principali componenti sono i prodotti di fissione e gli attinidi transuranici.

Essi sono costituiti:
· dal combustibile nucleare irraggiato "tal quale"
· dalle scorie primarie del riprocessamento

Un tipico reattore nucleare di potenza produce circa 30 tonnellate all'anno di combustibile irraggiato.
Nel caso del riprocessamento, questo quantitativo corrisponde a circa 4 m3 di prodotti della vetrificazione dei rifiuti ad alta attività.







fonte: A.N.P.A

Il costo per la conservazione e lo smaltimento definitivo del materiale radioattivo (la "messa in sicurezza")

Il costo per la conservazione delle scorie nucleari è enorme: secondo stime fatte nella seconda metà degli anni Novanta, solo per incapsulare e disporre in condizioni di sicurezza le scorie ad alto livello di radioattività, si dovranno spendere negli Stati uniti oltre 110 miliardi di dollari (al valore del 1996); in Canada, 9,7 miliardi; in Francia e Germania, rispettivamente oltre 7 e 5 miliardi.
La soluzione del problema non è facile, data l'opposizione delle popolazioni allo stoccaggio delle scorie radioattive sul proprio territorio. C'è chi propone un unico sito in cui stoccare tutte le scorie e chi, invece, propone di ripartirle in più siti. C'è anche chi propone di inviare le scorie più pericolose in qualche paese disponibile a tenerle, naturalmente dietro forte compenso. Tale ipotesi viene però respinta da altri, in base alla considerazione che ciò significherebbe esporre a rischio le popolazioni di questi paesi.
C'è inoltre da tener conto del fatto che lo "smaltimento" delle scorie radioattive è divenuto un lucroso affare per società senza scrupoli, che si occupano di esportare le scorie nei paesi più poveri senza le necessarie misure di sicurezza o di collocarle in contenitori che vengono gettati sul fondo del mare, con gravi conseguenze ambientali e sanitarie.
Il problema, ancora irrisolto ed economicamente molto oneroso, è dove conservare in condizioni di sicurezza la crescente quantità di scorie radioattive prodotte dagli impianti nucleari, che restano altamente pericolose per secoli e millenni.

Negli Stati uniti, è stato deciso nel febbraio 2002 di concentrare le scorie radioattive in un unico deposito sotterraneo, che sarà costruito sotto il Monte Yucca (Nevada meridionale, 160 km a nord-ovest di Las Vegas). Nei suoi tunnel saranno conservate, in oltre 11000 contenitori, 70000 tonnellate di scorie radioattive (63000 provenienti da centrali elettronucleari e 7000 da impianti nucleari militari).
Il costo e la complessità dell'operazione sono enormi. Solo per gli studi preliminari del terreno e il progetto sono stati spesi circa 7 miliardi di dollari; per la costruzione del deposito, si prevede una spesa di almeno 58 miliardi di dollari.
Si tratta poi di trasferirvi il materiale radioattivo, attualmente conservato in 131 depositi sotterranei distribuiti in 39 stati: per il trasporto occorreranno 4600 treni e autocarri che dovranno attraversare 44 stati.

I critici del progetto, soprattutto rappresentanti dello stato del Nevada e ambientalisti, sostengono che, quando il deposito sarà ultimato (con tutta probabilità dopo il 2010), si sarà accumulata, al ritmo di circa 2300 tonnellate all'anno, una quantità tale di scorie radioattive da richiedere la costruzione di un altro deposito. Sostengono inoltre che, in base a studi scientifici effettuati da commissioni non-governative, sarà impossibile impedire a lungo termine infiltrazioni di acque sotterranee nel deposito. [1]


La spesa per costruire [eventualmente] il bunker nucleare di Scanzano Jonico peserà sulla bolletta degli italiani per i prossimi 18 anni: si tratta di circa 100-110 euro per ogni utente, da pagare fino al 2021 attraverso un mini-prelievo sulle tariffe che servirà per finanziare la costruzione del deposito delle scorie ma anche i costi per il decommissioning e della messa in sicurezza delle quattro centrali chiuse nel 1987. In tutto sono pochi centesimi di euro (lo scorso anno [cioè nel 2002] erano 0,06 centesimi per kilowattora, ma la voce viene aggiornata periodicamente) al capitolo "Oneri generali di sistema".
Tradotto in cifre, significa circa 5-6 euro per ogni utente, che diventano oltre 100 euro al termine del periodo previsto dalla legge.

In realtà, questa sorta di "nuclear tax", gli italiani la stanno già pagando da due anni e precisamente dal maggio del 2001, quando un decreto del governo Amato ha previsto questo prelievo, quantificando in oltre 3,3 miliardi di euro al 2021 i costi per mettere in sicurezza gli 80 mila metri cubi di scorie frutto dell'attività nucleare: smantellamento delle centrali, combustibile irraggiato, rifiuti da industrie e ospedali. Fra il 2001 e il 2021, dunque alla voce "uscita dal nucleare" andranno oltre 3,3 miliardi di euro. La stima potrebbe però lievitare, per effetto di lavori aggiuntivi in corso d'opera, costringendo l'Autorità dell'Energia -che decide le tariffe elettriche- ad aumentare il prelievo per la messa in sicurezza del nucleare. Secondo le prime stime, il deposito da realizzare nella miniera di sale di Scanzano, dovrebbe costare sui 500 milioni di euro. Ma alcuni esperti paventano un costo fino a 1-2 miliardi per eseguire i lavori, il trasporto di materiali pericolosi ma anche i test e gli studi per valutare l'idoneità del sito.

La "nuclear tax" versata attraverso le bollette, viene dalla Cassa Depositi e Prestiti "girata" alla Sogin, - la società ex Enel, oggi detenuta al 100% dal ministero dell'Economia - che deve gestire le operazioni di uscita dal nucleare. Sogin investe questi proventi in buoni del Tesoro, pronta a utilizzarli quanto serve. Secondo fonti del settore, oggi sarebbero già disponibili circa 700 milioni di euro. Fondi che servono anche per il trasporto delle scorie più pericolose in Gran Bretagna, a Sellafield, dove si trova uno dei pochissimi impianti al mondo in grado di eseguire le delicatissime operazioni di trattamento del combustibile irraggiato. In aprile ha preso il via una maxi-operazione di trasferimento che durerà più di un anno e costa, per il solo trasporto Oltremanica, 15 milioni di euro cui si aggiunge quello del riprocessamento del materiale radioattivo.

In realtà, il "conto" per l'addio al nucleare sulle tasche degli italiani è già pesato per una cifra colossale, più del doppio dei 3,3 miliardi previsti nel 2001 che verranno pagati fino al 2021. Dal 1989, infatti, sempre sulle bollette elettriche, sono stati prelevati oltre 7,6 milioni di euro (in cifre rivalutate al 2003 si tratta di circa 9 miliardi e 523 milioni di euro) come rimborso all' Enel ma anche ad altre società fra cui l'Ansaldo, per il danno subito con la decisione di abbandonare il nucleare dopo il referendum del 1987. Si tratta dei cosiddetti "oneri nucleari" per compensare gli investimenti fatti, le infrastrutture, le commesse, il costo del combustibile, le turbine, inutilizzati dopo la "defenestrazione" dell'atomo. Come dire che la breve stagione del nucleare made in Italy e' costata al paese -oltre a roventi e infinite polemiche- la cifra colossale di 11 miliardi di euro, poco meno della Finanziaria 2004.

LO SMALTIMENTO DEI RIFIUTI

Lo smaltimento dei rifiuti radioattivi (o rifiuti nucleari) è un' attività che richiede ingenti finanziamenti economici e un alta abilità tecnica degli addetti ai lavori. I problemi più gravi dello smaltimento dei rifiuti radioattivi (o rifiuti nucleari) sono legati ai prodotti con vita media più lunga e più facilmente metabolizzabili, come137Cs (33 anni) e90Sr (25 anni). I metodi di trattamento sono essenzialmente di separazione e isolamento degli elementi più attivi, inglobando in masse vetrose o bituminose i prodotti concentrati e solidificati, raccogliendoli in contenitori di acciaio e calcestruzzo che vengono infine interrati in aree geologicamente stabili, specialmente in cupole saline ricoperte da un adeguato spessore di rocce impermeabili. La problematica della gestione e dello smaltimento dei rifiuti radioattivi ha richiamato negli ultimi anni una grande e crescente attenzione da parte delle Amministrazioni preposte alla protezione dalle radiazioni ionizzanti ed alla tutela dell'ambiente, portando a un aggiornamento degli aspetti normativi ed a talune importanti iniziative sul piano tecnico operativo.

LA PRIMA CENTRALE NUCLEARE LA COSTRUIREMO AD ARCORE

SPERO CHE PREVALGA LA RAGIONE E NESSUNO VOTI QUEI PARTITI CHE VOGLIONO LE CENTRALI NUCLEARI, SE INVECE COSI' NON FOSSE SPERO CHE LA PRIMA CENTRALE LA COSTRUISCANO AD ARCORE E LA SECONDA A ROMA.

VOTA PER CHI VUOLE IL NUCLEARE E I TUOI FIGLI MAGARI GODRANNO I BENEFICI DI QUALCHE NUOVA MALATTIA, I NOSTRI POLITICI DI SICURO VOGLIONO IL NUCLEARE MA LONTANO DA LORO E DAI LORO CARI E COME AL SOLITO CI RIMETTERANNO I POVERACCI.

NON RIESCONO A SMALTIRE I RIFIUTI IN CAMPANIA FIGURIAMOCI LE SCORIE NUCLEARI....... MI SA' CHE LO SMALTITOIO DIVENTERA' IL NOSTRO ORGANISMO FORSE NON TUTTI RICORDANO CHE DOPO CHERNOBYL, CHE PER CHI NON LO SAPESSE NON E' IN ITALIA MA BENSI' IN UNIONE SOVIETICA, SI AVEVA PAURA AD USCIRE DI CASA E A MANGIARE FRUTTA E VERDURA.

COME AL SOLITO QUALCUNO E' AL LAVORO PER CAUSARE LA FINE DEL MONDO INIZIANDO DAI POVERACCI.

FORSE I PIU' POVERACCI SONO QUELLI CHE VOTERANNO CHI VUOLE IL NUCLEARE E DOMANI SARANNO IN PIAZZA CONTRO LA COSTRUZIONE DELLE CENTRALI VICINO ALLE LORO CASE.

SIAMO IN UN EPOCA IN CUI TUTTO IL MONDO SI SPOSTA VERSO LE ENERGIE RINNOVABILI E NOI COME AL SOLITO COSTRUIAMO BOMBE, E NON SOLO, LE TENIAMO IN CASA.

SONO VERAMENTE INCAZZATO ...... FIRMATO WWW.MILIONIDIEURO.COM