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venerdì 30 maggio 2008

Le fonti rinnovabili O NUCLEARE

La vita ha bisogno di “energia”, energia che arriva a noi dal Sole sotto forma di radiazione elettromagnetica (calore+luce): la grande macchina della natura è alimentata dall’energia. La “macchina” della società umana, al pari della macchina della natura, necessità di energia per funzionare, cioè per la produzione di beni, servizi, attività domestiche, riscaldamento, illuminazione etc… La creazione da parte dell’uomo di un habitat tecnologico artificiale più confortevole e mirato a obiettivi di incremento della qualità della propria vita ha cominciato ad alterare l’equilibrio delle risorse e della qualità del pianeta.Questo però non vuole dire che per non sconvolgere l’equilibrio vitale del pianeta si debba necessariamente rinunciare al confort tecnologico o allo sviluppo umano che ha in così larga misura contribuito a migliorare i nostri standard di vita. Dobbiamo solo cercare di adottare opportune strategie di sviluppo della società umana compatibili con le risorse e con l’equilibrio vitale del pianeta.Una “ricetta” potrebbe essere quella di intraprendere la via delle fonti rinnovabili. Questa scelta non sottintende soltanto un bisogno “ambientale”, di salvaguardare il pianeta abbandonando quelle fonti ad alta pericolosità ambientale come i cosiddetti combustibili fossili (quali il petrolio ed il carbone, ma anche il gas metano ed altri derivati), ma anche l’unica vera scelta strategica energetica per assicurare lo sviluppo della società umana.Quanto dureranno le riserve di petrolio? Secondo la ExxonMobil, la maggiore compagnia petrolifera, i giacimenti petroliferi sono sufficienti, ai ritmi attuali, per la fornitura di petrolio fino al 2050.Secondo la BP Amoco, la seconda compagnia petrolifera, i giacimenti accertati sono, sempre ai ritmi di consumo attuali, sufficienti fino al 2044.
Le correnti di pensiero sono due: gli ottimisti e i pessimisti. Tra i primi vi è una task force scientifica dell'U.S. Geological Survey che, dopo uno studio durato cinque anni, ha concluso che il mondo ha riserve sufficienti per circa 80 anni ai ritmi di consumi attuali, circa due mila e trecento miliardi di barili, (313 miliardi di tonnellate) anche se gran parte di esse devono essere ancora scoperte. Tra i secondi, invece, ci sono i geologi del King Hubbert Center della Colorado School of Mines che ritengono che la produzione dell'oro nero toccherà il suo picco in questo decennio con 85 milioni di barili al giorno per poi scendere drammaticamente a 35 milioni nel 2020. Una previsione che molti altri esperti ritengono errata. Un consulente governativo americano, Daniel Yergin, ha dichiarato al Los Angeles Times «ormai da oltre un secolo ci sono predizioni catastrofiche sull'esaurimento delle riserve petrolifere, ma in realtà l'unica cosa sicura è che il petrolio è una risorsa finita. Non sappiamo, però, quanto ce ne sia ancora nelle viscere del pianeta».Secondo Thomas S. Ahlbrandt della Geological Survey sono stati consumati circa 710 miliardi di barili di petrolio. «Le analisi», dice Ahlbrandt, «dimostrano che ce ne sono ancora 891 miliardi sicuri più altri 688 probabili. Senza contare che ulteriori ricerche potranno portare a scoprire altri 731 miliardi di barili». Altri, però, sottolineano alcuni segnali negativi. Innanzi tutto le riserve dei paesi arabi sarebbero state sovrastimate. Poi molti giacimenti sarebbero troppo costosi da sfruttare perché situati in zone proibitive. Colin J. Campbell, un esperto che vive in Irlanda, ritiene ad esempio che le nuove scoperte daranno un massimo di 100 miliardi di barili sufficienti solo per tre o quattro anni. Infine, altri rilevano che se le multinazionali stanno iniziando prospezioni in aree come i bacini oceanici, l'Artico e l'Antartico, qualche motivo ci sarà: cioè le famose riserve delle zone temperate non esisterebbero affatto.Senza schierarsi con l’una o con l’altra corrente si possono, comunque, fare alcune considerazioni: è vero che negli anni '70 i catastrofisti davano per imminente l'esaurimento dei giacimenti petroliferi collocando l'esaurimento dei giacimenti per il primo decennio del nuovo secolo ed invece nel 2003 la domanda è ancora inferiore all'offerta di petrolio, rimane però il fatto che il petrolio è una fonte esauribile e calcolare quando finirà è un esercizio fondamentalmente sbagliato nel concetto: anche se per assurdo fosse sufficiente per soddisfare la domanda a costi contenuti per altri 100 o 200 anni non giustifica il fatto che si possa farlo con leggerezza considerando che in meno di 200-300 anni avremmo comunque esaurito una preziosa risorsa che non sarà più riproducibile.E le altre fonti non rinnovabili?Al di là dei combustibili fossili che hanno garantito lo sviluppo fino ad ora, l’altra fonte energetica che garantirebbe nell’immediato la copertura del fabbisogno energetico mondiale è il nucleare da fissione. Ma -come è noto- tale nucleare, pur se non inquina molto, ha dei problemi seri da affrontare: scorie radioattive a grande vita media, problemi relativi al sempre possibile errore umano, sicurezza dei siti da attacchi terroristici e -da ultimo- un aspetto ancora non molto noto: le riserve di Uranio (il materiale utilizzato per produrre l'energia nucleare) non sono infinite ed anzi hanno una scadenza..Secondo un rapporto elaborato dall'agenzia dell'OCSE per l'energia nucleare (AEN) e dall'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (IAEA), pubblicato nel 1999, si stima che la quantità di uranio disponibile sul pianeta ammonti a 4 milioni di tonnellate (www.nea.fr, www.francenuc.org). Nel 1998, nel mondo, il consumo annuale d’uranio delle centrali nucleari è stato valutato pari a circa 60.000 tonnellate. A questo ritmo l'uranio sarà esaurito prima della conclusione di questo secolo. L’unica alternativa, che rimarrebbe a questa soluzione, è quella della fusione termonucleare che è ancora molto al di là da venire e tale rimarrà -presumibilmente- per molti anni.Ecco quindi che si pone una domanda: quale energia per un futuro sostenibile e che cioè si preoccupi dell'ambiente ma anche dello sviluppo della società?Per il momento l'unica risposta concreta, pratica e programmatica è: le fonti rinnovabili.Ecco quindi che le rinnovabili non saranno più solo energie pulite, "verdi", ma rappresenteranno l'unica scelta energetica a lungo periodo praticabile in tempi brevi quando le altre fonti non rinnovabili saranno esaurite.È inutile quindi porre in essere politiche energetiche che spostandosi da un combustibile fossile all’altro cerchino di rimanere a galla quanto più possibile, bisognerebbe investire subito nella ricerca nel settore delle fonti rinnovabili, che rappresentano l’unica strada percorribile a lungo termine e che dovrebbero in breve tempo acquisire competitività ed efficienza, solo così, infatti, le fonti rinnovabili diventeranno fonti a basso costo capaci di giocare un ruolo di primo piano nello sviluppo. Va ricordato, infatti, che la chiave per lo sviluppo è, piaccia oppure no, la disponibilità d’energia a basso costo e che tale disponibilità oggi è resa possibile solo ricorrendo alle fonti tradizionali. Questo non esclude che in futuro le cose possano e come abbiamo detto dovrebbero necessariamente cambiare tenendo conto che se consideriamo appunto l’efficienza energetica come energia a basso costo, anche i combustibili fossili a breve non saranno più competitivi. Ad esempio, anche se non volessimo sapere quando finiranno le scorte del petrolio convenzionale (quello a buon mercato) dovremmo chiederci, però, quando la produzione comincerà ad assottigliarsi, perché l’ultimo barile di petrolio è molto più difficile da estrarre e più costoso del primo, quindi o diminuisce la domanda o salgono i prezzi, come a dire che termina il petrolio a buon mercato.E poi va anche considerato che in realtà il prezzo delle energie rinnovabili è più alto perché integra in se l’efficienza ambientale quel costo sociale cioè (l'inquinamento ambientale produce una diminuzione di benessere per gli agenti che involontariamente sono esposti ad esso; l’inquinamento genera cioè quella che viene chiamata “esternalità” che a sua volta genera un costo sociale come ad esempio la bonifica a seguito dell’inquinamento di un sito) che dovrebbe essere aggiunto al costo dei combustibili fossili e che invece non viene considerato. In tutti i casi, nei costi dell’energia ottenuta dai combustibili fossili, manca il computo dell’impatto ambientale della combustione, cioè il prezzo di questo tipo di energia è più basso del suo costo sociale (ecco perché si è arrivati alla carbon tax che consente di consumare meno: il carbone raggiunge il suo picco di produzione nel 1996 e poi cala, visto che comincia a costare troppo). L’elettricità ottenuta per via eolica comprende il costo delle turbine e della distribuzione e non ci sono costi sociali, mentre il costo di quella ottenuta con il carbone comprende solo l’estrazione, la distribuzione, senza i costi sociali che ne derivano.L’importante è comunque iniziare seriamente ad investire in ricerca e sviluppo nel campo delle rinnovabili perché se veramente le previsioni più recenti si rivelassero valide ci troveremmo di fronte a una sostanziale scarsità di petrolio e combustibili fossili in assenza di alternative «mature» per sostituirli. Se invece possedessimo alternative mature ed efficienti rispetto alle fonti non rinnovabili non ci sarebbe tanta preoccupazione sui dati allarmanti riguardo all’esaurimento dei combustibili fossili.Passare dai combustibili fossili al nucleare o alle fonti rinnovabili non rappresenterebbe un salto nel buio; non sarebbe la prima volta, infatti, che l’umanità si troverebbe a passare da una sorgente energetica ad un’altra. È avvenuto per la legna che ha lasciato il passo al carbone, è avvenuto per il carbone che ha lasciato il passo al petrolio, sta tuttora avvenendo per il petrolio che sta progressivamente lasciando il passo al gas naturale. L’età della pietra non è finita perché si esaurirono le pietre.In effetti, quando siamo passati dal legno al carbone, non è stato perché il legno era esaurito. Quando siamo passati dal carbone al petrolio, non è stato perché il carbone era esaurito. In entrambi i casi, il passaggio è avvenuto perché si erano rese disponibili soluzioni tecnologiche piú pratiche e meno costose di quelle esistenti. Investire in fonti rinnovabili ha un vantaggio rispetto ad investire in petrolio, non si esauriscono. Senza percorrere ipotesi fantascientifiche, (1) è possibile un futuro incentrato su rinnovabili, risparmio e migliore efficienza energetica. In effetti, a breve termine non si può ipotizzare che l’intero fabbisogno energetico di un paese sviluppato come ad esempio l’Italia possa essere coperto dalle fonti rinnovabili ma si potrebbe adottare una politica basata su un decentramento energetico:eolico (Danimarca al 15%), celle a combustibile, fotovoltaico (specie per le utenze isolate), geotermia (Italia al 2%, Nicaragua e Filippine a oltre il 26%).

da: Le fonti rinnovabili: da alternativa verde a necessità energetica
Dario Giardi

giovedì 29 maggio 2008

VERITA'

"Nel tempo dell'inganno universale, dire la verita' e' un atto rivoluzionario"

ASSEMBEA DI CONDOMINIO .........

ASSEMBEA DI CONDOMINIO .........
Largo quindi all'atomo, perché, spiega il ministro, "solo gli impianti nucleari consentono di produrre energia su larga scala, in modo sicuro, a costi competitivi e nel rispetto dell'ambiente". A più di vent'anni dal referendum che l'aveva abrogata, si riapre la strada mentre - come facilmente ipotizzabile - gli ambientalisti insorgono e si preparano e ricreare quel fronte del 'no grazie' che fece epoca alla fine degli anni '80. ''Non è più eludibile un piano di azione per il ritorno al nucleare", sottolinea Scajola, annunciando che "onoreremo con convinzione e determinazione l'impegno assunto dal premier Silvio Berlusconi: entro questa legislatura porremo la prima pietra per la costruzione di una centrale nucleare di nuova generazione". La scadenza è al 2013, una data entro la quale, secondo il ministro, sarà necessario "ricostruire competenze e istituzioni di presidio, formando la necessaria filiera imprenditoriale e tecnica e prevedendo soluzioni credibili per i rifiuti radioattivi".
SE VOGLIONO IL NUCLEARE PERCHE' NON RIFANNO UN REFERENDUM?????? IL POLOLO ITALIANO A GIA' DETTO NO A SUO TEMPO SE SI PENSA CHE ABBIA CAMBIATO IDEA LO DIMOSTRINO.............
COMUNQUE COME HO GIA' DETTO IN QUALCHE ALTRO POST ( post 5, 6, 42 )VOGLIO VEDERE QUANDO INIZIERANNO A COSTRUIRLE LA FELICITA' DELLA GENTE DEL POSTO, E NON VENGANO A DIRE CHE TANTO LE ABBIAMO ANCHE VICINO ALL'ITALIA...... SE QUALCUNO SBAGLIA NON E' CHE PER FORZA BISOGNA ANDARGLI DIETRO????!!!!
I NOSTRI GOVERNANTI CI VOGLIONO DARE A BERE CHE è UN INIZIATIVA NECESSARIA PER IL NOSTRO FUTURO MA IN REALTA' IL FUTURO IN TUTTI GLI ALTRI PAESI EUROPEI PUNTA VERSO LE ENERGIE PULITE (NON IL NUCLEARE), QUI IL FUTURO VA' VERSO APPALTI MILIARDARI CHE FARANNO MANGIARE PIU' ABBONDANTEMENTE I NOSTRI POLITICI E CHE POI SE TUTTO VA' BENE VERRANNO INTERROTTI A FINE LEGISLATURA, REGALANDOCI LE ENNESIME OPERE INCOMPIUTE.......
SONO COME I NOSTRI AMMINISTRATORI DI CONDOMINIO CHE PIù LAVORI FANNO E PIU' GROSSI SONO, PIU' GUADAGNANO .........

IL NUCLEARE NON SERVE............

IL NUCLEARE NON SERVE............
(ANSA) - ROMA, 19 MAR - Sono sempre di piu' i comuni italiani, specie piccoli centri, che puntano sulle fonti verdi, dal sole al vento, per soddisfare il proprio fabbisogno energetico. Nel giro di un anno sono infatti raddoppiate le amministrazioni che si sono date da fare in questo senso, toccando quota 3.190 comuni sugli oltre 8.000 del Belpaese che hanno investito su almeno un impianto fra solare fotovoltaico e termico, eolico, geotermia, biomasse e piccoli impianti idroelettrici, arrivando quindi al 39% del totale, cioe' 1.928 comuni in piu' rispetto al 2007. Questo il principale dato emerso dal rapporto Comuni rinnovabili 2008 di Legambiente, presentato questa mattina a Roma, dove a fare la parte del leone sono i piccoli centri, ben 1.664 comuni con meno di 5.000 abitanti. Tanti gli impianti installati, con un autentico boom del solare fotovoltaico per oltre 90 MW di pannelli. In cima alla classifica dei piu' virtuosi, i cosiddetti '100% rinnovabili' si piazza Dobbiaco (Bz), seguito da Rio di Pusteria (Bz) e Cavalese (Tn). Dobbiaco, con i suoi 3.248 abitanti, e' l'unica amministrazione a soddisfare completamente con energie pulite sia il suo fabbisogno termico sia quello elettrico. ''Ora il futuro e' il sole, vogliamo puntare sul fotovoltaico'' spiega Bernhard Mair, il sindaco di Dobbiaco, il primo comune autosufficiente grazie ad una centrale termica, impianti fotovoltaici e mini-idroelettrico. Il caso di Dobbiaco non e' isolato, secondo i dati del dossier le rinnovabili sono un'alternativa concreta al fabbisogno energetico in 188 Comuni, dove il riscaldamento, l'acqua calda per usi sanitari, l' elettricita' vengono prodotti interamente da fonti pulite: 172 sono quelli autosufficienti nella produzione di energia elettrica, grazie a eolico e mini idroelettrico; 16 quelli che riescono a soddisfare completamente il fabbisogno termico delle famiglie grazie al teleriscaldamento da rinnovabile. Al primo posto per il solare termico si piazza Selva di Val Gardena (Bz), mentre Prato allo Stelvio (Bz) e' al top per il solare fotovoltaico, mentre Catania, Roma e Siena sono i comuni che hanno installato rispettivamente piu' pannelli solari termici sugli edifici pubblici, mentre Prato, San Germano Chisone (To) e Foggia quelli ad avere piu' pannelli fotovoltaici nell'edilizia comunale. ''Gia' oggi sono centinaia i comuni che producono piu' energia elettrica di quella che consumano'' afferma Edoardo Zanchini, responsabile energia di Legambiente, che ricorda come le fonti rinnovabili convengano anche ai cittadini che ''pagano bollette meno salate e respirano un'aria piu' pulita''. Anche in vista degli obiettivi fissati dall'Unione europea, secondo Zanchini ''occorre semplificare le procedure per l'approvazione e la realizzazione degli impianti'' e ''bisogna inoltre avere il coraggio di introdurre l'obbligo di un contributo minimo delle fonti energetiche rinnovabili, per il fabbisogno termico ed elettrico, in tutti i nuovi interventi edilizi''. (ANSA). Y62-GU
L'esempio di Varese Ligure potrebbe essere un valido insegnamento per molte realtà locali italiane, soprattutto quelle del centro-sud che per caratteristiche possono essere assimilate alla realtà economica e sociale del borgo spezzino. Un paese sconosciuto ligure è oggi diventato uno dei principali modelli di sviluppo rurale in Europa. Un piccolo comune italiano che ha saputo coniugare insieme ambiente, occupazione ed impresa.
Negli ultimi dieci anni Varese Ligure ha raggiunto i seguenti risultati:
ha fermato lo spopolamento (2.400 abitanti) e l'invecchiamento
è diventato autosufficiente tramite le energie rinnovabili ed ha attuato un piano diffuso di risparmio energetico
ha raggiunto il 95% di agricoltura biologica (1.600 ettari e 2.000 capi tra bovini e caprini)
ha triplicato il turismo
ha creato 140 nuovi posti di lavoro
ha ridotto la produzione di rifiuti a 350 kg procapite (rispetto ai 530 medi sul territorio provinciale)
ha incrementato la raccolta differenziata fino al 25% del totale (per un confronto si vedano le medie nazionali della raccoltà differenziata in Italia)
le attività produttive sono ampiamente certificate Iso
Varese Ligure è diventato quindi un "simbolo pulito" per l'intera Europa ed è stato recentemente premiato dalla UE a Berlino come "Comune rurale più virtuoso d'Europa". Il premio della UE 'Promote 100' è infatti riservato al comune rurale europeo che meglio ha saputo applicare un concreto modello di sviluppo sostenibile locale. E' quindi un esempio che valorizza l'Italia e che ci rende orgogliosi. Varese Ligure ha gia' ottenuto altri riconoscimenti in campo ambientale: e' stato il primo Comune in Europa ad ottenere la certificazione ambientale 14001 e l'EMAS. Con Varese Ligure si dimostra con i fatti che lo sviluppo sostenibile è economicamente e socialmente conveniente per tutti.
TURISMO SOSTENIBILEUno dei punti di forza del piccolo comune è soprattutto quello di aver investito per tempo nel "turismo sostenibile" ripudiando il tradizionale modello di sviluppo basato su una crescita disordinata del turismo e dell'urbanistica. Oggi visitare Varese Ligure è un piacere unico in quanto si distingue dal resto della costa e dal degrado dei luoghi. Il modello del turismo trainato dalla costruzione degli insediamenti turistici e dal cemento ha infatti comportato su gran parte della costa italiana il degrado dei luoghi e quindi anche un minore "benessere" per il turista. Gli amministratori di Varese Ligure lo hanno compreso da decenni ed ora mietono il meritato raccolto del loro lavoro. Il turismo è attivo 6 mesi su 12.
RIPOPOLAMENTO, ENERGIA E LAVOROOggi Varese Ligure ha conosciuto una nuova vita. La popolazione è stabile con 2400 abitanti e 15 nascite all'anno. Il lavoro è garantito dai settori dell'agricoltura biologica e dalla produzione di energia alternativa. La produzione di energia è pari a 4 milioni Kw tramite due generatori eolici (vedi foto in alto) e 23.000 Kw per mezzo dei sistemi fotovoltaici. Un sistema che rende autosufficiente il comune dal punto di vista energetico.
CONCLUSIONEL'esempio di Varese Ligure è da studiare e da ammirare. E' la concretizzazione di come la via dello sviluppo sostenibile sia perseguibile e "possibile" quando gli amministratori locali e la cittadinanza riescono ad avviare una sinergia ed una collaborazione a 360°. E' quindi "il gioco di squadra" a dimostrarsi premiante. Tutta la popolazione è coinvolta nel portare avanti il progetto di sviluppo sostenibile insieme al tessuto produttivo fatto di negozi, aziende e cooperative ed insieme alle amministrazioni pubbliche. Non esiste alcun sconvolgimento sostanziale ma solo la "reale" volontà di costruire insieme uno sviluppo alternativo e vincente. Varese Ligure ce l'ha fatta ed oggi il suo modello tende ad essere imitato anche altrove. Oggi tutta la regione Liguria investe nell'ambiente, come dimostrano i 120 certificati Iso di Comuni e aziende e l'ultimo finanziamento di 14 milioni di euro per energie rinnovabili.
Siccome ci vogliono dare a bere che il nucleare è indispensabile ho pensato di copiare ed incollare alcuni articoli che provano come il governo ci vuole prendere per i fondelli ..... Di sicuro il nostro governo vuole far partire opere che servono solo e unicamente ad ingrassare i loro guadagnI, con 4 centrali nucleari si soddisferebbe infatti solo il 10% del fabbisogno energetico......E QUESTA LA DICE TUTTA......
Al termine della sua vita una centrale nucleare dovrà essere smontata (decommissioning) ed i rifiuti posti in sicurezza per 100.000 anni, il tempo necessario per il decadimento radioattivo. Trovare un luogo isolato( ARCORE ) in cui depositare le scorie intacca spesso il diritto delle popolazioni locali. Il vecchio nucleare è quindi diventato un "paradiso perduto" come gran parte delle certezze della scienza.
MA NE VALE LA PENA???!!!!!!!!!

martedì 13 maggio 2008

SALUTE: SEGNALI D'ALLARME dalla postura e dai comportamenti


Incrociate spesso le gambe, mentre siede seduti? Potreste soffrire di pressione bassa e accavallare gli arti inferiori per evitare di farla precipitare quando vi alzate. I
A volte sentite i piedi 'bollire' dentro le scarpe? Quasi certamente avete una carenza di vitamina B5, sostanza anti-stress che, se non presente nella giusta quantita', provoca questo strano disturbo.

Vi mordete le unghie in continuazione? Non è solo una brutta abitudine, ma un possibile segnale di mancanza di calcio e sali minerali, che si cerca inconsciamente di recuperare proprio rosicchiando le estremità delle dita. Questi e altri i sintomi più curiosi di malattie di vario genere, passati in rassegna dal tabloid britannico 'Daily Mail'.

Si parte dalla sudorazione eccessiva, tipico segnale di menopausa nelle donne, che può però esserlo anche di diabete o di una carenza di cromo nel sangue, una sostanza che è in grado di stabilizzare la glicemia e di abbassare i livelli di insulina.

Quanto alle smagliature, siamo in genere convinti che si tratti solo di un inestetismo legato alla perdita o all'acquisto improvvisi di peso. Tutto vero, ma potrebbe trattarsi anche di una mancanza di zinco, 'alleato' della cute sana perché aiuta a produrre collagene, che la rende elastica.

Occhio poi alla produzione eccessiva di cerume: il materiale che protegge il nostro orecchio dalle aggressioni esterne diventa troppo quando c'è mancanza di alcuni grassi acidi nella nostra alimentazione.

Attenzione anche allo sfregamento degli occhi: i bambini lo fanno quando sono stanchi, ma in un adulto può indicare alti livelli di stress. Questo movimento infatti consente, attraverso un collegamento nervoso dal bulbo oculare, di rallentare il ritmo cardiaco.

Infine, prudenza quando il naso o le gengive sanguinano spesso: sono cose che capitano, ma potrebbero anche nascondere un'indesiderabile carenza di vitamina K o C.

giovedì 8 maggio 2008

Cernobyl RICERCHE SUI TUMORI sabotate ansa 07-05-2008

PARIGI - Un medico in Corsica punta il dito contro le autorità accusandole di sabotare uno studio epidemiologico sull'alto numero di casi di cancro alla tiroide negli uomini, che nell'isola sarebbe il triplo di quelli registrati nel resto della Francia. L'ipotesi è che alla base di questo aumento ci sia la nube radioattiva di Cernobyl. Ventidue anni fa, quando l'impianto dell'allora Unione Sovietica sprigionò dal suo reattore in avaria sostanze radioattive nell'aria, la Francia fu tra i paesi che più tardò nel dare l'allerta mentre la nube superava già le sue frontiere ad est. Le autorità mantennero un profilo basso, qualcuno disse che la nube si era fermata quando era già sul territorio francese. Una delle zone più colpite fu proprio la Corsica che registra un tasso record di cancro alla tiroide. Una commissione istituita dall'Assemblea territoriale corsa, il parlamento dell'isola, cerca di fare luce sulla situazione ma un medico e un giornalista che ne fanno parte si sono dimessi per protesta accusando l'esecutivo regionale di "sabotare" il loro lavoro. Il dottor Denis Fauconnier e il giornalista Jean-Charles Chatard protestano contro l'ennesimo rinvio dell'istituzione di un registro epidemiologico dei tumori, che chiedono con forza da 22 anni: "quando è venuto in Corsica nel 2006 - dice Fauconnier - il ministro della Sanità Xavier Bertrand si era impegnato davanti ai deputati regionali a crearlo. Ancora stiamo aspettando di vederlo". Il medico, con un gruppo di colleghi, continua a constatare un allarmante e continuo aumento dei casi di cancro nell'isola - secondo quanto riporta l'inchiesta esclusiva dell'informatissimo sito francese 'Bakchich' - anche se i pareri sulle cause di tale forte incidenza non sono concordi. Chi si oppone all'allarmismo sostiene che in questi 22 anni l'aumento registrato nei casi di cancro alla tiroide è dovuto al diverso approccio alla malattia: i frequenti controlli sulla popolazione avrebbero, in concreto, portato all'individuazione di un maggior numero di casi. Fauconnier ribatte con qualche cifra: "da 22 anni a questa parte, in Corsica c'é un aumento continuo, oggi il triplo degli uomini soffre di patologie tumorali alla tiroide rispetto alla media nazionale, il 10% della popolazione dell'isola ha un problema a questa ghiandola. E' qualcosa di clamoroso".
e c'e' chi vuole costruire le centrali nucleari in italia......