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martedì 29 luglio 2008

allarme a Tricastin 29-07-2008 la stampa.it

GRENOBLE
Nuovo allarme alla centrale
nucleare di Tricastin a 40 chilometri da Avignone, nel sud della
Francia. Un centinaio di impiegati sono stati sgomberati dall’impianto
a causa dell’allarme lanciato dopo una nuova fuoruscita di polvere
radioattiva dal reattore No4.

Sulle 127 persone sgomberate, 45
sono state condotte nell’infermeria. Due operai presentano «tracce
estremamente deboli» di radioattività definite «non significative».
«Siamo al di sotto della soglia», ha rassicurato Jean Girardi, un
ingegnere della centrale che ha parlato con la televisione privata Lci.
Un portavoce di Edf ha comunque subito rassicurato: «Nessun incidente,
è stato solo un allarme intempestivo».«Il medico - ha aggiunto il
portavoce - ha concluso che non c’è alcuna contaminazione».
Un’inchiesta verrà comunque aperta - ha aggiunto - per verificare la
causa che ha fatto scattare l’allarme.

Sono tuttavia in corso
indagini per individuare le cause dell’incidente che si è prodotto
verso 9.30 di oggi nell’edificio del reattore No4, attualmente fermo
per manutenzione. Negli ultimi giorni la centrale di Tricastin ha
destato allarme. Dall’inizio del mese si sono verificati due incidenti
a Tricastin: il primo il 7 luglio nella filiale di smaltimento di
rifiuti della Socatri con la diffusione, nelle acque dei fiumi Gaffiere
e Lauzon di 74 chili di uranio. Il secondo incidente si è registrato il
23 luglio e ha contaminato «leggermente» e senza conseguenze 100
operai. Anche su questi episodi sono state aperte delle indagini.

venerdì 25 luglio 2008

BIOENERGIE, SI SFRUTTA ANCHE LETAME MAIALE

(ANSA) - ROMA - Nel campo delle bioenergie una fonte da non sottovalutare e' quella del letame, anche quello che arriva dall'allevamento di maiali. Impiegato negli impianti di biogas, produce energia per la rete elettrica nazionale, il teleriscaldamento o il riuso nelle stesse aziende agricole. Inoltre i resti della trasformazione diventano un sottoprodotto che puo' essere impiegato come compost per concimare o come fertilizzante agricolo, grazie all'azoto contenuto. Questi ed altri sono stati temi al centro di un convegno che si e' tenuto a Legnano (Pd), organizzato da Veneto Agricoltura e dall'Universita' di Padova in collaborazione con il Crpa (Centro ricerca produzioni animali), dell'Aiel (associazione italiana per le energie agro-forestali). Un esempio di impiego di queste fonti arriva proprio dal Veneto, dove sono gia' presenti 20 impianti a biogas (8 nel veronese e nel padovano, 6 nel vicentino, 3 nel trevigiano, 2 nella provincia di Venezia, 1 in quella di Rovigo) e dai dati relativi alla qualita' e quantita' di biomassa veneta, per un totale di 23 milioni di tonnellate all'anno di biomassa di cui 6,5 milioni solo di liquame, che producono quasi 45 milioni di metri cubi di biogas e una potenzialita' degli impianti che supera i 15,5 MegaWatt elettrici. Il tutto usando appunto gli scarti e non materie prime destinate al consumo alimentare. ''C'e' purtroppo una certa confusione quando si parla di impianti biogas - conferma il direttore del settore Ricerca e Sperimentazione di Veneto Agricoltura, Giustino Mezzalira - in quanto si tende a ricomprendere nel termine ''biomassa'' anche prodotti agricoli dalla destinazione piu' pregiata. Qui invece si vuole sfruttare fino in fondo una risorsa di scarto da riutilizzare per creare nuova energia. Veneto Agricoltura - continua Mezzalira - ha attivato una specifica azione strategica sulle bioenergie, istituendo un nuovo settore all'interno della propria struttura proprio per dare delle risposte al territorio e agli operatori del settore''. Secondo l'esperto di Veneto agricoltura ''sono necessari investimenti e leggi che consentano una semplificazione burocratica finalizzata a incrementare questo approccio alternativo all'approvvigionamento energetico, anche per le piccole aziende agricole''.(ANSA).

mercoledì 23 luglio 2008

La mappa del nucleare in Europa

NUCLEARE: FRANCIA, 100 OPERAI LEGGERMENTE CONTAMINATI 23-07-2008

PARIGI - Cento operai della centrale nucleare del Tricastin, dove
alcuni giorni fa c'era stata una fuga di materiale radioattivo, sono
stati contaminati ''leggermente'' oggi da elementi fuorusciti da una
tubatura nel reattore numero 4, fermo per manutenzione. Lo ha reso noto
la direzione di EDF.


Secondo quanto si apprende, gli operai
irradiati nella centrale di Tricastin, che si trova a oltre 200
chilometri dall'Italia, sono stati contaminati dal cobalto 58.
L'incidente, secondo EDF, e' avvenuto questa mattina e avrebbe
provocato contaminazioni ''leggere, 40 volte inferiori al limite
regolamentare''. I 97 dipendenti sono stati evacuati d'urgenza dalla
centrale quando l'allarme della contaminazione si e' messo a suonare
per una fuga nel reattore numero 4. Fra i 97, sarebbero 91 ad aver
presentato segni di contaminazione al cobalto 58, un ''metallo bianco''
che entra nella composizione di leghe speciali, pneumatici e coloranti
ma che, attivato a livello radio, e' presente nei reattori e, da solo,
possiede il 39% di tutta l'attivita' irradiante. Gli impiegati
contaminati sono stati visitati e rimandati a casa, per loro non
esisterebbero pericoli immediati. Si tratta del terzo incidente
nucleare nella regione in meno di 16 giorni.


lunedì 21 luglio 2008

Francia, nuova fuga radioattiva: 15 operai contaminati 21-07-2008

Quindici operai dell'impianto nucleare di Saint Alban, nella regione dell'Isere (sud della Francia), sono stati contaminati dalla fuoriuscita di liquido radioattivo. Lo riferisce Electricité de France (Edf), l'azienda elettrica francese. «Gli operai sono stati leggermente contaminati nel corso di un intervento di manutenzione su un cantiere dell'unità produttiva numero due», ha indicato un responsabile della direzione. L'incidente non è stato classificato dall'Agenzia di sicurezza nucleare.

In seguito all'incidente, avvenuto venerdì ma di cui ha dato notizia solo questa mattina il quotidiano «Dauphinè Liberè», sono state ritrovate «tracce di elementi radioattivi» nel corso dei monitoraggi e dei controlli di routine dei dipendenti dell'impianto. I lavoratori sono stati sottoposti a un controllo medico ma l'azienda esclude che vi siano conseguenze di alcun tipo per la loro salute. Le cause dell'incidente non sono ancora state chiarite. «I livelli di contaminazione sono inferiori al limite regolamentare e dei nuovi controlli medici, effettuati questa mattina (lunedì), hanno rivelato che non vi è più alcuna traccia di contaminazione». «Questi lavoratori - ha precisato un responsabile di Edf - provenienti da imprese esterne, sono stati contaminati molto leggermente durante un intervento in un cantiere di manutenzione all'unità di produzione 2, attualmente chiuso per le verifiche decennali».

Questo incidente nell'Isere avviene dopo quello del 7 luglio nella centrale nucleare di Tricastin, regione di Vaucluse, e quello del 18 luglio della centrale di Romans-sur-Isere, nella Drome.

GERMANIA MAXI IMPIANTO SOLARE 21-07-2008

(ANSA) - ROMA 21-07-2008 - Germania sempre piu' lanciata nel settore delle rinnovabili. Di recente e' stato inaugurato il piu' grande ''campo solare'' del mondo: e' il Waldpolenz Solar Park, realizzato su un vecchio aeroporto di Leipzig, nella Germania dell'Est, che si estende per 110 ettari. La centrale che sta per produrre 24 megawatt di elettricita', entro il 2009 arrivera' a 40 megawatt, alimentando almeno 10.000 case e consentendo di risparmiare ogni anno almeno 25.000 tonnellate di carbonio. E il fenomeno non si limita a Waldpolenz. Anche Leipzig ospita 3 dei 50 campi solari piu' grandi del mondo. E l'economia della zona - solo fino a pochi anni fa depressa - sta decollando. Perche' i tedeschi non si limitano a istallare pannelli fotovoltaci, ma sviluppano in proprio le tecnologie innovative, che poi esportano. Nell'anno 2007 l'economia tedesca e' cresciuta del 2,5% mentre i consumi di energia da combustibili fossili in Germania sono diminuiti del 5,6% a dimostrazione del fatto che sviluppo economico e sostenibilita' ambientale non sono necessariamente incompatibili. Il governo tedesco dichiara di voler tagliare del 40% le emissioni di carbonio entro il 2020. Un obiettivo che e' il doppio di quello che si e' data l'Unione Europea. L'innovazione tedesca, infatti, si e' sviluppata in due diversi settori: da un lato le tecnologie che consentono una maggiore efficienza energetica e, quindi, un minor consumo assoluto di energia. Dall'altro nuove tecnologie nel campo delle energie rinnovabili, in particolare dell'energia solare dove la Germania risulta essere leader mondiale e il maggiore esportatore di tecnologia del settore.

sabato 19 luglio 2008

Fuoriuscite di acque contaminate 18-07-2008

PARIGI- Fuoriuscite di acque contaminate da elementi radioattivi,
"senza impatto sull'ambiente", sono state registrate in un impianto
della Areva a Romans-sur-Isere, nel dipartimento della Drome, nel
sud-est della Francia. Lo ha reso noto stamane l'Autorithy francese per
la sicurezza nucleare.


Il
nuovo incidente, mentre non si placano le polemiche intorno alla
centrale nucleare di Tricastin, la seconda più grande di Francia dopo
quella di Le Hague, teatro 10 giorni fa di un riversamento accidentale
di acque usate contenenti uranio nei fiumi vicini, affluenti del
Rodano. Sull'impianto e sulle società che lo gestiscono, Socatri e
Areva Nc (entrambe filiali del colosso energetico Areva), da giorni
piovono critiche da associazioni ambientaliste e autorità di vigilanza.
Innanzitutto per la gestione approssimativa dell'incidente, una piccola
perdita che a causa di "una catena di disfunzioni ed errori umani",
come la definisce l'Autorità di sicurezza nucleare (Asn), si è
trasformata in una contaminazioni ambientale. Tutto è cominciato,
secondo la ricostruzione degli ispettori Asn ripresa dal sito
d'informazione Mediapart.fr, alle 19 del 7 luglio, quando un allarme ha
segnalato un livello di liquido troppo alto in una cisterna di raccolta
delle acque usate per la pulitura degli impianti. Secondo gli
indicatori, però, tutte le paratie di accesso alla cisterna erano
chiuse, quindi i tecnici hanno concluso che l'allarme fosse difettoso e
se ne sono disinteressati, senza notare che una paratia difettosa
lasciava in realtà filtrare parte dell'acqua. La cisterna ha così
continuato a riempirsi fino alle 23, quando una ronda notturna ha
notato che traboccava, versando acqua in un bacino di raccolta
sottostante.


Niente di grave, se non fosse che il bacino era a
sua volta fallato, e il liquido filtrava in un cantiere vicino e da lì
nel terreno. Solo alle 4 di mattina, oltre 8 ore dopo il primo allarme,
i responsabili hanno realizzato che l'acqua, contenente 12 grammi di
uranio per litro, si era riversata nei fiumi circostanti. E solo
un'altra ora e mezza dopo l'hanno comunicato alle autorità. Un
comportamento che ha spinto l'Asn a chiedere a Socatri, società
responsabile dell'impianto, di interromperne subito le attività, e a
inviare un verbale d'infrazione alla procura di Carpentras per
l'eventuale apertura di un'indagine giudiziaria. Non è però la prima
volta che l'Autorità se la prende con Socatri per la gestione delle
stazioni di Tricastin. Nel rapporto, datato maggio 2007, sullo stato
della sicurezza nucleare e della radioprotezione nella regione
Rhone-Alpes, infatti, l'Asn rilevava una serie di "scarti", ovvero
piccoli errori, nel trattamento dei residui di lavorazione, in
particolare per quanto riguarda le emissioni di carbonio 14 e tritium
(idrogeno radioattivo), superiori ai limiti di legge. "Si trattava di
disfunzioni serie, ma non è stato fatto niente - ha commentato Corinne
Castanier, presidente della Commissione di ricerca e d'informazione
indipendente sulla radioattività (Criirad) - l'Asn è troppo permissiva,
sanziona molto raramente i gestori". E poi c'é il mistero della falda
acquifera 'AEP4'. Secondo i prelievi effettuati negli scorsi giorni
dall'Istituto di radioprotezione e sicurezza nucleare (Irsn), contiene
livelli troppo elevati di uranio, ma data la sua posizione, oltre 2 km
a sud dell'impianto di Socatri, la causa non può essere il recente
incidente. "Una presenza naturale", ha sentenziato il direttore
aggiunto dell'Irsn Jean-Christophe Gariel, o una "marcatura precedente"
delle fonti radioattive. Ma secondo la Criirad, la colpa sarebbe invece
di un deposito interrato di scorie provenienti da un vecchio impianto
di arricchimento dell'uranio per scopi militari. Una fossa profonda
alcuni metri, priva di protezioni stagne, in cui tra il 1966 e il 1976
sono state sepolte 760 tonnellate di barriere usate per separare
l'uranio fissile usato nelle armi da quello naturale, contenenti 2 o 3
tonnellate di materiale radioattivo. Un'anomalia segnalata già nel 1998
in un rapporto dell'Alto commissariato all'energia atomica, secondo cui
circa 900 kg di uranio erano filtrati dal deposito nel terreno fino
alla vicina falda acquifera, di cui era quindi stato disposto il
prosciugamento

mercoledì 16 luglio 2008

FALDA CONTAMINATA NEI PRESSI DELLA CENTRALE DI TRICASTIN

16-07-2008
PARIGI - Ancora polemiche sulla centrale nucleare di Tricastin, nel
sud della Francia, 10 giorni dopo la fuoriuscita da un impianto di
acque usate contenenti 8,2 grammi al litro di uranio naturale. Il
problema stavolta non sono però le acque superficiali dei fiumi
Gaffiere e Lauzon, in cui secondo i dati dell'Istituto di
radioprotezione e sicurezza nucleare (Irsn) c'é una "diminuzione
regolare del livello di uranio", ma 4 punti di prelievo d'acqua in
profondità, falde freatiche e pozzi privati, in cui la concentrazione
di uranio supera la soglia massima fissata dall'Organizzazione mondiale
della sanità di 15 microgrammi per litro.


Particolari
preoccupazioni suscita il punto 'AEP4', oltre 2km a sud della centrale,
dove negli ultimi giorni sono stati rilevati tassi di uranio molto alti
e fluttuanti, con un picco di 64 microgrammi/litro il 9 luglio. Una
contaminazione che, spiega un comunicato dell'Irsn, "non può essere
spiegata dal rigetto accidentale avvenuto l'8 luglio, tenuto conto
della distanza che separa il punto dal fiume e della velocità di
deflusso delle acque nella falda". Le cause dell'anomalia, dunque,
restano un mistero. Anche perché, precisa il quotidiano Le Parisien,
tassi simili erano già stati rilevati prima dell'incidente, durante
un'inchiesta della Direzione dipartimentale degli affari sanitari e
sociali. Tra le ipotesi avanzate dall'Irsn, per bocca del direttore
aggiunto all'Ambiente Jean-Christophe Gariel, "una presenza di uranio
naturale" o una "marcatura precedente" delle fonti radioattive, oltre
all'"idrogeologia molto complessa dell'area" che spiegherebbe le
disparità.


Secondo la Commissione di ricerca e d'informazione
indipendente sulla radioattività (Criirad), invece, la colpa sarebbe da
attribuire a un deposito interrato di scorie di un impianto militare di
arricchimento dell'uranio attivo a Tricastin dal 1964 al '96. ''Vicino
all'attuale sito della centrale nucleare - spiega la presidente di
Criirad Corinne Castaigner - c'era una fabbrica per la produzione di
armi atomiche, dove si utilizzava uranio molto arricchito. Per anni i
suoi residui di lavorazione sono stati sepolti sotto terra, senza
precauzioni". Ciò avrebbe consentito, prosegue, "che l'acqua piovana
scorresse a contatto con le scorie, trascinando l'uranio nel terreno".
Un'anomalia riscontrata anche da un rapporto del 1998 dell'Alto
commissariato all'energia atomica. La Socatri, società satellite di
Areva responsabile gli impianti di Tricastin, ha però assicurato che le
scorie interrate "non costituiscono un rischio sanitario per la
popolazione" e "non hanno alcun legame" con l'inquinamento delle acque
sotterranee.

martedì 15 luglio 2008

PANNELLI 'A COLORI' 10 VOLTE PIU' EFFICIENTI

(ANSA) - ROMA - Forse non ci voleva un ingegnere del Massachussets Institute of Technology per arrivarci: per creare pannelli fotovoltaici piu' economici basta farli piu' piccoli. Questo semplice principio e' alla base della scoperta che potrebbe rivoluzionare l'energia verde del futuro: gli ingegneri americani hanno trovato il modo di concentrare la luce solare che colpisce una superficie alle sue estremita', dove viene convertita in elettricita', ottenendo almeno dieci volte piu' energia. Il 'trucco' messo in campo dai ricercatori, che hanno descritto i pannelli innovativi sull'ultimo numero della rivista Science, e' di colorare opportunamente una lastra sottile di materiale plastico con due o tre tinte diverse.

I colori assorbono la luce in ingresso e la riemettono con una diversa lunghezza d'onda, adatta a trasportarla fino alle estremita' del pannello. Qui i semiconduttori normalmente usati per le cellule fotovoltaiche possono trasformare la luce in elettricita'. Questa soluzione era gia' stata tentata negli anni '70, ma abbandonata perche' gran parte della luce veniva dispersa. Per la versione moderna i ricercatori hanno pero' usato una tecnologia studiata per guidare la luce laser. ''Il vantaggio e' che si usano molte meno celle fotovoltaiche rispetto a un pannello tradizionale - spiega Marc Baldo, che ha guidato il progetto - il concentratore e' infatti spalmato su tutta la superficie, ma la cella solare e' solo alle estremita'. Questo permette di risparmiare molto economicamente, e di avere una maggiore efficienza, perche' alle estremita' e' necessario solo un centesimo dei pannelli''.

Il prototipo messo a punto dai ricercatori americani puo' essere anche applicato ai pannelli gia' esistenti per aumentarne l'efficienza, e dovrebbe essere commercialmente sfruttabile, anche direttamente applicato a finestre e a tetti, entro tre anni. L'idea di concentrare la luce solare non e' nuova, e anzi viene fatta risalire agli specchi ustori di Archimede. In chiave piu' moderna, impianti solari a concentrazione esistono gia', ma utilizzano specchi mobili per indirizzare i raggi solari verso un ricevitore: ''Questa tecnica pero' e' costosa e meno efficiente della nostra - sottolinea Baldo - e richiede molta piu' manutenzione''. Uno degli effetti positivi del caro-petrolio e' l'aver aumentato gli investimenti mondiali nel campo delle rinnovabili, che hanno raggiunto secondo un rapporto dell'Onu i 148 miliardi nel 2007 di dollari, con un aumento del 60% rispetto all'anno precedente. Di questi 16,9 sono destinati a ricerca e sviluppo, con l'Asia prima per i finanziamenti pubblici e l'Europa per quelli privati. Nel solare si sono investiti 28,6 miliardi di dollari con una crescita media del 254% dal 2004. (ANSA).

lunedì 14 luglio 2008

Nucleare: risorse solo per 70 anni 14-07-2008

(ANSA) - ROMA, 14 LUG - Settanta anni: secondo Greenpeace non andranno oltre le risorse di uranio presenti al mondo che alimentano i 439 reattori esistenti. Le risorse 'ragionevolmente sicure' di uranio - ha spiegato l'associazione ambientalista in una conferenza stampa, citando l'ultimo rapporto Ianea-Nea - ammontano a 3,3 milioni di tonnellate e il consumo attuale di uranio e' di quasi 70 mila tonnellate: per questo motivo, agli attuali livelli di consumo, le risorse basteranno, al massimo, per 70 anni.

venerdì 11 luglio 2008

INCENDIO NELLA CENTRALE NUCLEARE RINGHALS 11-07-2008

STOCCOLMA- Un incendio si è verificato oggi sul tetto di una turbina
nella centrale nucleare di Ringhals, situata a 60 chilometri da
Goteborg, nella Svezia occidentale. Secondo i responsabili
dell'impianto, l'incendio è stato rapidamente spento senza che il
reattore potesse costituire in alcun momento una vera minaccia.

"La
nostra equipe di pompieri è riuscita a spegnere le fiamme in pochi
minuti" ha dichiarato Gosta Larsen, portavoce della centrale.
L'incendio è stato provocato dagli operai che lavoravano con alcune
torce sul tetto dell'edificio e che hanno involontariamente dato fuoco
allo stesso. "Non c'é stato niente di drammatico", ha aggiunto Larsen,
riconoscendo però che una fitta nube di fumo ha invaso il sistema di
ventilazione della turbina, facendo scattare gli allarmi anti-incendio
esterni che hanno provocato l'arrivo immediato di altre squadre di
pompieri locali.

La centrale nucleare di Ringhals possiede quattro reattori e produce il 20% circa dell'elettricità consumata in Svezia.

Tricastin incidente nella centrale nucleare 11-07-2008

PARIGI - L'Autorità per la sicurezza nucleare francese ha chiesto in mattinata a Socatri, società satellite del colosso energetico Areva, di sospendere l'attività del suo sito di trattamento nella centrale nucleare di Tricastin, nel sud della Francia, e di prendere "misure immediate di messa in sicurezza". Dagli impianti di Socatri, a Tricastin, si era verificata lunedì scorso una fuoriuscita di acque contenenti uranio, con parziale riversamento nei fiumi circostanti.

TIMORI ECOLOGISTI MA AUTORITA' RASSICURANO - DOPO INCIDENTE AREVA SOTTO ACCUSA
Mentre l'Autorità per la sicurezza nucleare (Asn) diffondeva messaggi rassicuranti, gia' nei giorni scorsi le associazioni ambientaliste francesi erano sul piede di guerra dopo la fuoriuscita accidentale di acque di scarico contenenti uranio dalla centrale nucleare di Tricastin in due fiumi vicini. L' associazione ecologista 'Uscire dal nucleare' accusa Areva, azienda proprietaria del sito, "di aver trattenuto deliberatamente informazioni e di fatto, aver messo volontariamente in pericolo la popolazione", e ha annunciato una manifestazione sabato prossimo a Parigi. Parla invece di "dimostrazione che il nucleare non è un'energia pulita" Greenpeace, che aggiunge: "Nicolas Sarkozy chiaramente omette di precisare questo genere di 'dettagli' quando annuncia in pompa magna il lancio di una nuova centrale Epr, per cui Tricastin è uno dei siti possibili". Reazioni negative anche dalla Commissione di ricerca e d'informazione indipendente sulla radioattività, che ha annunciato che sporgerà denuncia contro le due società filiali di Areva responsabili del sito di Tricastin, Areva Cn e Socatri, rispettivametne per "la sepoltura di più di 700 tonnellate di scorie" e per "scarichi radioattivi nell'ambiente". Da parte loro, i responsabili istituzionali mandano invece messaggi rassicuranti. L'Asn ha fatto sapere che i rilievi effettuati nella falda acquifera, in tre pozzi di pompaggio appartenenti a privati e nei corsi d'acqua in cui si sono riversate le acque all'uranio non hanno riscontrato "alcun elemento anormale". Anche i tassi di radioattività rilevati nella zona, afferma sempre l'Asn, risultano da una serie di verifiche "in costante diminuzione da ieri sera".

L'INCIDENTE

Sono state mantenute per tutta la notte di martedi' le misure di sicurezza precauzionali nei comuni intorno alla centrale nucleare di Tricastin dopo che, durante il lavaggio di una cisterna, parte di 30 metri cubi d'acqua usata, contenente 12 grammi di uranio per litro, era accidentalmente finita in due fiumi vicini. Divieto di attività nautiche, bagno e pesca lungo il Gauffiere e l'Auzon, blocco della distribuzione di acqua potabile e dei prelievi privati dai due fiumi, oltre che dell'irrigazione dei campi nelle aree interessate dalla fuoriuscita. La Commissione di ricerca e d'informazione indipendente sulla radioattività (Criirad) aveva denunciato la "mancanza di affidabilità" della centrale di Tricastin, spiegando che "il rischio sanitario è effettivamente lieve, ma questo incidente, non trascurabile, giunge in seguito a un numero crescente di altri incidenti, che mostrano un degrado della gestione delle scorie su un sito destinato invece a svilupparsi". Criticato anche il modo di dare informazioni sull'accaduto: "l'utilizzo dell'unità di misura della massa (il grammo) - ha aggiunto il Criirad - invece di quella della radioattività (il becquerel) non rende conto dell'ampiezza della fuga". La perdita, conclude la commissione, avrebbe riversato nei fiumi "uno scarico più di 100 volte superiore al limite annuale". Si è fatta sentire anche l'organizzazione 'Uscire dal nucleare', secondo la quale "é impossibile che una tale fuga, contenente uranio, non abbia conseguenze importanti sull'ambiente e sulla salute delle persone".

mercoledì 9 luglio 2008

turbine eoliche verticali 09-07-2008

Al Windpower 2008, l'annuale conferenza sull'industria eolica tenutasi recentemente a Houston, sono state presentate le turbine eoliche verticali che potrebbero risolvere i tanti problemi e contestazioni, soprattutto italiane, che da sempre si sono mosse alle installazioni eoliche. Le contestazioni estetiche, la necessita' di grandi spazi, i livelli sonori e la pericolosita' per gli uccelli e i pipistrelli potrebbero trovare cosi' una risposta. I designer provengono, soprattutto, dalla Corea, dalla Thailandia e dagli Usa. Utilizzando, poi, questi modelli di pale verticali i vantaggi potrebbero essere: una produzione maggiore fino al 50% rispetto alle turbine convenzionali; la possibilita' di generare elettricita' sia con basse velocita' del vento, pari a 1.5 metri al secondo, che con forte vento fino a 60 m/s; maggiore efficienza di trasferimento dell'energia

Italia e geotermica 08-07-2008

(ANSA) - ROMA - ''L'Italia e' un Paese a forte vocazione geotermica, ma l'uso del calore della Terra e' ancora fortemente sottosviluppato. Per questo chiediamo al governo e alle istituzioni di puntare sul geotermico''. Lo afferma il presidente del Consiglio nazionale dei Geologi Pietro Antonio De Paola, a margine del convegno ''La geotermia a bassa temperatura in Italia'', che si e' tenuto a Roma. In particolare, Consiglio Nazionale Geologi, Unione Geotermica Italiana e Associazione Termotecnica Italiana hanno lanciato un ''Manifesto italiano per la geotermia'' che ha l'obiettivo di far sviluppare il calore della Terra come ''risorsa energetica eco-compatibile ed infinita che puo' limitare la dipendenza dalle fonti energetiche importate, ridurre il deficit della bilancia dei pagamenti, diminuire l'impatto sull'ambiente dei gas serra''. L'Italia e' stata pioniera nel campo della geotermia nel 1904, grazie alle prime intuizioni del principe Piero Ginori Conti a Larderello. Tra le zone piu' ricche ci sono Toscana, Lazio e Sardegna, con oltre il 60%, seguite da Veneto ed Emilia-Romagna con il 45% del territorio. Al 30% Lombardia, Umbria, Sicilia, Basilicata, Campania e Friuli-Venezia Giulia, mentre in tutte le altre regioni non si supera il 15%.

In Toscana la geotermia fornisce appena lo 0,6% del consumo totale di energia, costituita per oltre quattro quinti dalla produzione di elettricita' e per il resto dagli usi diretti del calore (balneologia, riscaldamento di ambienti, agricoltura, ed altri). ''Il nostro obiettivo - spiega De Paola - e' quello di giungere a raddoppiare questa percentuale entro il 2015-2020. La percentuale salira' presto grazie anche alla nuova sede della Regione Lombardia, che sorgera' a Milano nel 2012, e che sara' completamente riscaldata con acqua di falda''. ''Siamo fiduciosi - prosegue - grazie ai nuovi investimenti e al decreto del giugno 2005 che sta per essere convertito in legge. Per il futuro possiamo fare davvero molto di piu': dobbiamo puntare forte su una risorsa di cui siamo ricchi e di cui siamo stati pionieri in tutto il mondo''. Lo sviluppo della geotermia entro il 2020 - si legge tra l'altro nel ''Manifesto'' - consentira' inoltre all'Italia di evitare di scaricare nell'atmosfera 8-10 milioni di tonnelate di CO2 all'anno. Al convegno e' intervenuto anche il sottosegretatio all'Ambiente Roberto Menia, che ha detto aprira' un canale di comunicazione privilegiato con i geologi e l'Unione Geotermica Italiana, affinche' la geotermia possa contribuire sempre di piu' al mix energetico italiano.

ELETTRICITA' DA ONDE MARE 08-07-2008

(ANSAmed) - MADRID, 9 LUG - Sono grossi cilindri e alcuni sembrano enormi vermi, altri polpi giganti che allungano i tentacoli sotto la superficie dell'Oceano. Sono i prototipi di generatori di elettricita' dalle onde marine, una nuova fonte di energie rinnovabili sulla quale punta la Spagna, sull'esempio della Scozia e del Portogallo, che hanno fatto da apripista. La Cantabria, la Galizia e i Paesi Baschi, tutte affacciate sull'Oceano e sul mar Cantabrico, guidano la ricerca scientifica nel settore, con la realizzazione di impianti marini che mirano a sfruttare l'alto potenziale di energia delle onde. Un'energia che ha ancora prezzi non competitivi, ma che il governo spagnolo ha inserito, al pari di quella solare o eolica, nel Programma di Energie Rinnovabili 2011-2020. In un arco di cinque anni, secondo le previsioni piu' ottimistiche, l'energia marina potrebbe rifornire una popolazione di 300.000 persone in Spagna, pari agli abitanti della regione La Rioja.

''Siamo ancora nella fase pre-commerciale, studiando i diversi prototipi'' ha spiegato a El Pais il direttore dell'Istituto per la Diversificazione e il Risparmio dell'energia (Idae) del ministero dell'Industria, Enrique Jimenez Larrea. Fra le varie forme di sfruttamento, delle maree e delle correnti, dell'energia termica dell'oceano, o del movimento delle onde, i ricercatori spagnoli hanno optato per quest'ultima possibilita'. A settembre, a un miglio dalla costa di Santona, in Cantabria, sara' installata da Iberdrola in via sperimentale una boa di 12 metri di diametro, appena visibile sulla superficie del mare. Il movimento delle onde agira' sul galleggiante interno in modo che salga e scenda con violenza, provocando un' energia meccanica che sara' inviata a una pompa idraulica e, attraverso una condotta, a un alternatore. La corrente uscira' all'esterno attraverso un cavo.

Altri prototipi saranno installati nel porto di Mutriku, in Guipuzcoa, e in Galizia, dove sara' utilizzato un modello gia' impiegato in Portogallo: Pelamis, in greco cobra marino, che e' un grande verme articolato, ancorato sul fondo marino, che produce energia grazie al movimento dei vari componenti assemblati in superficie. I tre impianti, secondo i calcoli dell'Idae, dovrebbero produrre energia per la potenza di 10 kilowatt entro i prossimi cinque anni, per raggiungere fra i 300 e i 500 megawatt entro il 2020, anno in cui, secondo l'impegno assunto con la Ue, la Spagna dovra' produrre il 20% della sua energia con fonti pulite o alternative. Le prime centrali di sfruttamento delle onde marine sono state realizzate in via sperimentale nel 2000 in Scozia e alle Azzorre, ed attualmente esistono decine di progetti di prototipo. La centrale portoghese di Aguacadoura e' stata la prima fra tutte ad entrare in funzione in via non sperimentale, inizialmente con una potenza di 2,25 megawatt, ma con l'obiettivo di raggiungere i 500 megawatt in 15 anni, per provvedere al 20% del fabbisogno nazionale di energia.

Fra i limiti attuali dell''energia blu', quello dei costi, ancora piu' che doppi rispetto all'energia solare e dieci volte superiori a quelli dell'energia eolica. Ed anche l'eventuale impatto sulla flora e la fauna marina che, secondo le organizzazioni ecologiste, non e' ancora stato del tutto valutato, anche se, come spiegano a Greenpeace, ''e' sicuramente fra i sistemi meno dannosi per la produzione energetica''. Da parte sua, il governo spagnolo e' convinto che l'investimento nella ricerca nel campo valga la spesa. Esperti del settore calcolano infatti che in futuro il mercato globale dell'energia delle onde marine varra' 325 miliardi di euro. E le grandi compagnie elettriche spagnole vogliono esserci. (ANSAmed).

mercoledì 2 luglio 2008

ENERGIA: MONDO SCEGLIE RINNOVABILI 02-07-2008

ENERGIA: MONDO SCEGLIE RINNOVABILI, +60% INVESTIMENTI

(ANSA) - ROMA - Un po' per le preoccupazioni per il riscaldamento globale, un po' per la crescita impetuosa del prezzo del petrolio, il mondo, e in maniera particolare quello economico, sta scegliendo sempre di piu' l'energia verde. Lo afferma il rapporto annuale dell'Unep, l'agenzia Onu per l' ambiente, secondo cui gli investimenti pubblici e privati in rinnovabili sono cresciuti del 60% nel 2007 rispetto al 2006, raggiungendo la cifra di 148 miliardi di dollari. Secondo il rapporto, il 23% di tutta la nuova energia installata lo scorso anno viene da fonti 'verdi', dieci volte di piu' di quella nuova ottenuta dal nucleare, e ormai le rinnovabili sono il 5,4% della produzione energetica mondiale.''Queste cifre sono molto interessanti - commenta Carlo Manna, responsabile del centro studi dell'Enea - e conferma che l'industria nel mondo ha sempre maggior interesse verso l'eco-energia, mentre da noi si parla ancora troppo dei costi e troppo poco delle opportunita' da questo tipo di investimenti''. Ecco i principali numeri del rapporto: - CRESCONO EOLICO E SOLARE: la maggior parte dei nuovi investimenti riguarda l'eolico, con 50,2 miliardi di dollari, ma anche il solare sta crescendo impetuosamente, al ritmo medio del 254% all'anno dal 2004, e ha raggiunto i 28,6 miliardi di dollari. In particolare viene dal vento il 40% della nuova energia europea e il 30% di quella statunitense. In marzo e' stata superata la soglia dei 100 gigawatt totali ottenuti dal vento. Al terzo posto nella classifica dei nuovi investimenti, dietro a vento con il 43% e sole con il 20 ci sono i biocarburanti con il 17%, mentre al quarto le biomasse e l'energia dai rifiuti, con il 9% ma con un ritmo di crescita del 400% all'anno; - L'EUROPA SPENDE DI PIU': la fetta maggiore degli investimenti viene dall'Unione Europea, con quasi 50 miliardi di dollari, seguiti dagli Stati Uniti. In rapida ascesa India, Cina e Brasile, che insieme raggiungono il 22%. Ancora molto indietro l'Africa: pur avendo aumentato considerevolmente gli investimenti questi sono fermi a 1,3 miliardi di dollari. '''Lo sforzo dell'Europa e' necessario - spiega Manna - per recuperare rispetto a Usa e Giappone che investono da molto piu' tempo''; - ITALIA FANALINO DI CODA EUROPEO: il rapporto non presenta dati specifici sull'Italia: ''Abbiamo incluso nel rapporto solo le prime dieci nazioni per ogni tecnologia e per investimenti - spiega Eric Usher, uno degli autori del rapporto - e l'Italia non ne fa parte''. Il nostro paese e' ultimo nella Ue per investimenti: ''Da un rapporto che abbiamo stilato e che presenteremo a meta' mese emerge che siamo ultimi insieme alla Finlandia - spiega Manna - basti pensare che da noi si spende in ricerca e sviluppo qualche centinaio di euro, mentre la Germania ne spende quattromila. Da noi scontiamo il fatto di non avere ancora una 'road map' precisa di cosa fare, al contrario degli altri, e anche una certa farraginosita' nelle procedure burocratiche''; - PROSPETTIVE FUTURE: il trend positivo, secondo il rapporto, e' destinato a continuare: ''Dopo un rallentamento nei primi tre mesi del 2008 - si legge - nei secondi tre si e' avuto un aumento del 34%''. Tutti questi investimenti sono in gran parte privati, mnentre il pubblico contribuisce per circa il 20%: nel 2007 si sono raggiunti i 23,4 miliardi di dollari, una cifra raddoppiata rispetto all'anno prima. (ANSA). KYK

martedì 1 luglio 2008

Nuclear on water 16.04.2007 FONTE: Pravda.ru

Nuclear on water 16.04.2007 FONTE: Pravda.ru

Domenica scorsa a Severodvinsk, cittadina russa nella regione settentrionale di Arkhanghelsk, sul Mar Bianco, ha avuto luogo la cerimonia di posa della struttura di quella che e' destinata a diventare la prima centrale nucleare galleggiante al mondo.
Il costo del progetto della rivoluzionaria centrale nucleare, dalla potenza di 70 megawatt, supera i 200 milioni di dollari e l'ultimazione dei lavori di costruzione e' prevista nel 2010. La compagnia russa per l'energia nucleare "Rosenergoatom", titolare del progetto, e' inoltre intenzionata entro il 2015 a formare una vera e propria flottiglia composta da sette centrali nucleari galleggianti per il fabbisogno interno, mentre altri modelli della rivoluzionaria centrale nucleare verranno venduti all'estero.
Alla solenne cerimonia di posa della struttura della futura prima centrale nucleare galleggiante al mondo, tenutasi all'interno del 50esimo reparto dei cantieri navali "Sevmash", hanno preso parte il primo vicepremier russo Serghej Ivanov ed il direttore della compagnia "Rosenergoatom" Serghej Kirienko, i quali nel corso della cerimonia oltre ad apporre le proprie firme sui relativi documenti che danno ufficialmente il via all'inizio dei lavori di costruzione, hanno inoltre dato il simbolico primo giro ad un bullone della struttura.
Ricordiamo che i cantieri navali "Sevmash" rappresentano il piu' grande complesso in questo settore della Russia, nel quale vengono inoltre costruiti i sommergibili nucleari della marina militare russa. Il contratto per la costruzione della prima centrale nucleare galleggiante al mondo e' stato sottoscritto dalla compagnia "Rosenergoatom" ed i cantieri navali "Sevmash" il 14 giugno scorso.
La Russia inizia oggi la costruzione di una serie di centrali nucleari galleggianti", ha dichiarato Kirienko nel corso della cerimonia solenne, aggiungendo inoltre che "c'e' gia' una forte richiesta nei loro confronti non solo in Russia ma anche nella zona asiatica del Pacifico dove le nuove centrali nucleari galleggianti di nostra fabbricazione possono venire utilizzate per la demineralizzazione delle acque". La dichiarazione da parte del direttore della "Rosenergoatom" e' stata successivamente confermata dagli specialisti della compagnia stessa, i quali hanno inoltre aggiunto che gia' 12 paesi hanno dichiarato il proprio interesse nei confronti delle centrali nucleari galleggianti di fabbricazione russa.
Si presuppone che le centrali nucleari galleggianti russe troveranno largo impiego nelle regioni caratterizzate da un deficit di energia, cosiccome nella realizzazioni di progetti che richiedono un approvvigionamento energetico autonomo e costante in mancanza di un sistema energetico adeguatamente sviluppato. In prospettiva, si prevede la costruzione di una vera e propria flottiglia composta da altre sei centrali del genere, ognuna delle quali avra' una potenza pari a 70 megawatt. Quattro di esse verranno impiegate nelle regioni russe della Kamchatka, Chukotka, Jakuzia e di Krasnojarsk.
"La Russia stessa necessita fortemente di tali impianti energetici. I nostri enormi Nord ed Estremo oriente sono in attesa di questi impianti ad altissima tecnologia, senza dimenticare pero' che c'e' gia' chi all'estero si chiede quando potra' acquistare una centrale del genere", ha sottolineato Serghej Ivanov, al quale si e' aggiunto Kirienko affermando che "dopo questa serie sara' la volta della generazione seguente - blocchi energetici con l'impiego di reattori di sommergibili nucleari dalla potenza pari a 300-400 megawatt. Posso affermare sin d'ora che il volume di ordinazioni per questi impianti e' enorme".
Il costo complessivo del progetto per la costruzione della centrale nucleare galleggiante di Severodvinsk ammonta a piu' di 200 milioni di dollari, che si pensa di ammortizzare nell'arco dei prossimi sette anni anche grazie al fatto che circa un quinto del volume complessivo di energia elettrice prodotta verra' venduta. Il finanziamento del progetto della centrale e' sostenuto all'80% dalla compagnia "Rosenergoatom", mentre il restante 20% dai cantieri navali "Sevmash". Per il 2007 il budget previsto ammonta a 2 miliardi e 609 milioni di rubli, pari a circa 75 milioni di euro.
La prima centrale nucleare galleggiante al mondo verra' inizialmente costruita sotto forma di cantiere navale per essere successivamente trasportata nel luogo di permanenza nel quale verra' impiegata stabilmente. Secondo gli elaboratori del progetto, uno dei vantaggi principali che offre la nuova centrale galleggiante, consiste nella possibilita' di venire utilizzata in qualsiasi zona costiera senza ricarico di carburante nell'arco di 12-15 anni.
Inoltre la centrale nucleare galleggiante sara' dotata di un elevatissimo livello di sicurezza radiologica che consentira' di non incidere sull'ambiente circondante a condizioni di normale sfruttamento. "Anche nel caso in cui si dovesse verificare la piu' grave avaria possibile con conseguente danneggiamento della zona attiva, non sara' necessaria l'evacuazione della popolazione residente oltre un chilometro quadrato dalla centrale", ha dichiarato ai giornalisti il progettista capo della centrale nucleare galleggiante Oleg Samojlov.