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martedì 16 dicembre 2008

riscaldamento globale :chi vivrà vedrà o chi vivrà morrà


12/12/2008 - Acordo raggiunto sul pacchetto clima ed energia dell'Unione Europea. Il vertice di Bruxelles ha trovato un'intesa che mette d'accordo i 27 paesi Ue, ma per il WWF si tratta di un fallimento: troppe concessioni all'industria

Accordo raggiunto sul pacchetto clima ed energia dell'Unione Europea. Il vertice di Bruxelles ha trovato un'intesa che mette d'accordo i 27 paesi Ue su come affrontare la lotta ai cambiamenti climatici e riconvertire il sistema energetico e industriale verso un'economia a minor tasso di carbonio. Un testo definito "storico" dal presidente di turno dell'Unione, Nicolas Sarkozy. Fortemente critico il WWF, come del resto le altre associazioni presenti a Bruxelles (Greenpeace, Oxfam, Friends of the Earth, Climate Action Network). In pratica l’Europa ha appena deciso di compensare circa due terzi delle proprie emissioni di gas serra, di far pagare ai consumatori i permessi per inquinare che le industrie inquinanti ottengono gratis e di non dare supporto ai Paesi poveri nella lotta al cambiamento climatico.
"Al Consiglio Europeo di Bruxelles non abbiamo visto leader, ma solo dei politici europei impegnati nella difesa degli interessi particolari delle proprie industrie - ha detto Mariagrazia Midulla, Responsabile del programma clima WWF Italia, da Poznan - . Così facendo hanno danneggiato in modo grave l’idea di Europa, oltre che il pacchetto Clima. Oggi i cittadini europei sono dunque alla ricerca di leader per l’Europa e per il clima, mentre i politici europei probabilmente sbandiereranno l’accordo appena raggiunto come un grande successo, mentre in realtà si tratta di un grosso fallimento per le ambizioni e le potenzialità europee. Questa non è certo la nuova rivoluzione industriale che ci aspettavamo l’Europa avviasse. Il risultato di questa corsa al ribasso è che l’Europa ridurrà le proprie emissioni di gas serra molto meno del proclamato target del -20% entro il 2020. Dopo aver guidato la battaglia mondiale contro i cambiamenti climatici, oggi che si profilano le condizioni per vincerla entro il prossimo anno, con gli USA che ritornano in pista e i buoni segnali dalle economie emergenti (addirittura avanti a noi negli investimenti e nella strategia) l’Europa non può tornare indietro. Siamo certi che questa sarà la cartina di tornasole degli elettori alle prossime elezioni europee".
OGGI
Clima: sciolte 2mila mln t. ghiacci Dati dei satelliti dimostrano fondatezza timori surriscaldamento (ANSA) - NEW YORK, 16 DIC - Secondo la Nasa, dal 2003 si sono sciolti piu' di duemila milioni di tonnellate di ghiaccio in Groenlandia, Antartide e Alaska. I dati saranno presentati giovedi' alla conferenza dei geofisici americani. Piu' della meta' dei ghiacci terresti che si sono sciolti negli ultimi 5 anni erano in Groenlandia, ha detto il geofisico Scott Luthcke. Secondo un altro scienziato, Jay Zwally, i ghiacci sciolti in Groenlandia fanno aumentare il livello dei mari di circa mezzo millimetro all'anno.


WATERWORLD: MONDI SOMMERSI ( film)
I ghiacci continentali sono sciolti e le terre emerse sono un ricordo, forse addirittura una leggenda. L'acqua ha inghiottito ogni cosa e i pochi sopravvissuti - rifugiati su atolli artificiali - sono in balia dei nuovi pirati. Tutto ciò che rimane dei continenti è, forse, un'immensa laguna tropicale, un paesaggio da sogno da qualche parte verso nord. Oppure verso sud...



DALLA FANTASIA ALLA REALTÀ
C'è poco da stare allegri! Nel documentario An Inconvenient Truth (Una scomoda verità) l'ex vicepresidente Usa e premio Nobel Al Gore illustra i rischi dello scioglimento dei ghiacci di Antartide e Groenlandia. Uno tra tanti: le acque oceaniche salirebbero di circa 6 metri e 100 milioni di persone sarebbero costrette ad abbandonare le coste. La soluzione? L'applicazione integrale del Protocollo di Kyoto e altre misure draconiane per l'industria e per i nostri stili di vita. La maggior parte degli scienziati concorda con le peggiori diagnosi sullo stato di salute del pianeta, ma non sono in molti a condividere le profezie del documentario e le soluzioni suggerite. All'estremo opposto rispetto alle posizioni di Al Gore c'è, per esempio, il professore danese Bjørn Lomborg, per il quale i danni causati dalla CO2 e dal riscaldamento globale non saranno così marcati. In più, Lomborg sostiene che c'è troppa "pressione politica" sulla questione Kyoto e questo impedisce di occuparsi di problemi più urgenti, come la malaria, l'Aids, il bisogno di acqua. Insomma, tra apocalittici e scettici, il dibattito all'interno della comunità scientifica è rovente. Complici anche i modelli statistici di cui gli esperti si servono per le loro previsioni, impostati ciascuno su parametri diversi, che portano spesso a risultati discordanti: persino l'ente più autorevole in questo campo, l'Ipcc (Intergovernmental Panel on Climate Change), propone diversi scenari divergenti a proposito del riscaldamento globale e delle sue conseguenze, tutti perfettamente giustificati da rigorose formule statistiche.
PREOCCUPATI?
In attesa di sperimentare lo scenario catastrofico più probabile (quello che si realizzerà...), pare che sia già possibile circumnavigare il Polo Nord senza bisogno di rompighiaccio. Le compagnie di navigazione esultano. Per adesso.


mercoledì 10 dicembre 2008

Deinococcus radiodurans : il batterio CHE MANGIA RIFIUTI RADIOATTIVI

Quando hanno trovato una colonia di batteri in fondo a un barile, gli scienziati del Savannah river site sono rimasti increduli: i microrganismi erano riusciti a sopravvivere accanto a scorie radioattive. Il loro dna è in grado di ripararsi rapidamente: se diviso in più pezzi, si riassembla in poche ore. E allora i ricercatori hanno deciso di indagare a fondo, come rivela uno studio appena pubblicato sulla rivista online Plos. Il materiale genetico analizzato include sequenze di dna batterico e di plasmidi, organismi che vivono in simbiosi con i loro ospiti. Eppure nella doppia elica del Kineococcus Radiotolerans non sono presenti “parti” del codice genetico simili a quelle di un altro batterio ultraresistente, Deinococcus radiodurans: potrebbe, quindi, aver sviluppato meccanismi di sopravvivenza unici.

Perché può riprodursi in un ambiente dove altri organismi sarebbero invece destinati a morire? E ancora: sarebbe utile per bonificare la spazzatura organica dei siti nucleari, come una sorta di depuratore naturale? È l’interrogativo che ha spinto i ricercatori a tracciare una mappatura ad alta risoluzione del batterio. Dai risultati dello studio sembra che il Kineococcus radiotolerans nel tempo sia riuscito ad acquisire e conservare caratteristiche utili per affrontare lunghi periodi di disseccamento, una situazione simile agli effetti delle radiazioni ionizzanti delle scorie (gli ultimi reattori nucleari “naturali” si sarebbero spenti due miliardi di anni fa in Africa, nell’attuale Gabon). E, soprattutto, gli scienziati sostengono che la sua potenzialità di bonifica è legata in particolare a un’elevata efficienza nella “digestione” di sostanze chimiche associate con rifiuti radioattivi utilizzando ossalati e formiati. Tanto che potrebbe facilitare il recupero di luoghi a rischio. Ma ulteriori indagini saranno necessarie.