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martedì 13 ottobre 2009

CELLULE STAMINALI: STAMINALI ADULTE RIPARANO CUORE


Rimediare ai danni di un infarto con le cellule staminali. Per la prima volta i ricercatori della Mayo Clinic di Rochester (Minnesota, Usa) hanno dimostrato l'efficacia terapeutica di cellule adulte pluripotenti indotte.

Si tratta di cellule prelevate da tessuti umani, manipolate in modo da poter generare qualsiasi altro materiale organico e quindi anche le cellule necessarie per riparare le pareti di vasi e cuori danneggiati dall'infarto.

Nello studio apparso su Circulation i ricercatori del centro americano sono riusciti a verificare in laboratorio la possibilita' di auto-trapianti di staminali a partire dalle cellule del tessuto connettivo, i fibroblasti, dello stesso paziente. Riducendo cosi' il rischio di rigetto e il ricorso ai farmaci immunosoppressori. Una metodica finora sperimentata solo per altre tre patologie, Parkinson, anemia falciforme ed emofilia, ma mai nelle malattie coronariche.

''Attraverso questi processi di riprogrammazione dovremmo essere in grado di invertire il destino delle cellule adulte - spiega Andre Terzic, che ha coordinato la ricerca - e di personalizzare le richieste della medicina rigenerativa''.

creato IDROGEL CHE RIPARA TRAUMI CEREBRALI

Un idrogel che ripara i danni cerebrali e stimola la crescita dei tessuti, permettendo ai pazienti di ''riguadagnare'' la funzionalita' di cellule del cervello che sembravano fuori uso: i test, effettuati per il momento sulle cavie, sono stati condotti dai ricercatori americani della Clemson University del South Carolina (Usa) e saranno presentati nel corso della conferenza annuale del Military Health Research Forum.

Il gel iniettabile impedisce ai tessuti cerebrali di ''gonfiarsi'' ed e' stato concepito appositamente per le ferite subite sul campo dai militari. I ricercatori sono convinti che potra' trovare applicazione anche in ambito civile, per i pazienti vittima di eventi traumatici come incidenti automobilistici o infortuni domestici: a differenza dei trattamenti tradizionali, questa nuova terapia topica potrebbe mettere in moto processi biologici in grado di stimolare la crescita delle cellule staminali neurali. I test sull'uomo sono previsti nei prossimi tre anni.

DIABETE: DIABETE TIPO 1, DALLA PELLE UMANA STAMINALI PER NUOVA CURA

Ricercatori dell'Harvard Stem Cell Institute di Boston (Usa) sono riusciti per la prima volta a creare cellule capaci di produrre insulina a partire da staminali prelevate dalla pelle di pazienti affetti da diabete di tipo 1.Lo studio, pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences, ha utilizzato cellule somatiche di due pazienti diabetici riconvertite in staminali pluripotenti. A partire da questo stadio i genetisti guidati da Douglas Melton, direttore dell'Istituto americano, hanno ''coltivato'' in vitro cellule beta, le cellule del pancreas incaricate di produrre insulina. Nel diabete di tipo 1 la scorretta produzione cellulare di insulina impedisce il controllo dei livelli di glucosio nel sangue, causa di concentrazioni di zucchero dannose per i reni e il cuore. Il passaggio successivo sara' la sperimentazione sull'uomo.

''Abbiamo molteplici modelli clinici di studio per il diabete di tipo 1 - spiega Melton - ma ora per la prima volta abbiamo la possibilita' di capire come gli essere umani sviluppano la malattia''.

DIABETE: PEPERONCINO CONTRO DIABETE E MALATTIE CARDIOVASCOLARI


Il peperoncino piccante puo' aiutare a prevenire il diabete e le malattie cardiovascolari. Ad affermarlo e' uno studio condotto dai ricercatori della University of Tasmania School of Human Life Sciences, in Australia, guidati da Kiran Ahuja, secondo cui nel peperoncino ad avere le proprieta' anti-diabete e anti-infarto sono due principi attivi, la capsaicina e la diidrocapsaicina, che hanno rispettivamente la capacita' di ridurre i livelli di glucosio e di insulina nel sangue, aiutando al prevenzione del diabete, e di limitare la formazione di depositi di grasso sulle pareti delle arterie, contrastando la formazione di coaguli di sangue.

lunedì 12 ottobre 2009

sbornia: ESTRATTO DI ASPARAGI CONTRO I POSTUMI DELLA SBORNIA


Puo' favorire il ripristino delle funzioni dell'organismo, aiutando la sbornia a passare: la particolare proprieta' e' contenuta nell'asparago, stando a uno studio condotto da un gruppo di ricercatori della Jeju National University (Corea) e pubblicato sul Journal of Food Science. Secondo la ricerca l'ortaggio ha la capacita' di aumentare la funzione degli enzimi nel fegato e stimolare il metabolismo dell'alcol, e le foglie sembrerebbero piu' efficaci dei germogli: ''I nostri risultati - spiegano i ricercatori - forniscono la prova biochimica che l'asparago riduce i postumi dell'ubriachezza e protegge le cellule epatiche dalle sostanze tossiche''.

PSORIASI: PSORIASI


E' tutto italiano lo studio che ha portato alla realizzazione di un anticorpo monoclonale in grado di bloccare la progressione della psoriasi, malattia infiammatoria cronica della cute che colpisce circa il 3% della popolazione mondiale. La ricerca, pubblicata su Nature Medicine, e' stata condotta dai ricercatori dei dipartimenti di Gastroenterologia e di Dermatologia dell'Universita' ''Tor Vergata'' di Roma guidati dal gastroenterologo Giovanni Monteleone. La novita', spiegano i ricercatori, risiede nel fatto che lo studio e' stato condotto in vivo su modello ''misto'', ovvero su un modello animale con innesti di tessuti umani, ed apre quindi una nuova strada nella terapia dei soggetti con psoriasi. Negli individui affetti da psoriasi le cellule infiammatorie, come i linfociti T, rilasciano le citochine tra cui l'interleuchina 21, responsabile di una sequenza di eventi tessutali che culminano nello sviluppo della placche psoriatiche. Dalla ricerca e' emerso che l'anticorpo realizzato dagli studiosi italiani e' in grado di neutralizzare l'attivita' dell'interleuchina 21 e di ridurre in vivo le lesioni psoriatiche.

domenica 11 ottobre 2009

diabete:IL diabete di TIPO 2 SI Può RISOLVERE CON LA chirurgia bariatrica

l diabete adulto, quello di tipo 2, si puo' risolvere nel 78% dei casi grazie alla chirurgia bariatrica. Il dato arriva dal XIV Congresso Mondiale della Federazione Internazionale della Chirurgia dell'Obesita' e delle Malattie Metaboliche (IFSO) in corso in questi giorni a Parigi. Lo studio - la piu' vasta meta-analisi condotta fino ad oggi per esaminare l'impatto della chirurgia bariatrica sul diabete di tipo 2, malattia che secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanita' colpisce 180 milioni di persone nel mondo - ha coinvolto oltre 135.000 pazienti e ha dimostrato che dopo l'intervento chirurgico il 78,1% dei pazienti ha avuto una risoluzione completa del diabete, mentre l'86,6% ha ottenuto diversi miglioramenti. Un dato importante, spiegano i ricercatori che hanno condotto la ricerca, e' che questi miglioramenti medici erano ancora presenti dopo due anni dall'intervento.

sabato 10 ottobre 2009

Parkinson: Due geni legati al funzionamento dei mitocondri potrebbero fermare lo sviluppo del Parkinson

Due geni legati al funzionamento dei mitocondri potrebbero fermare lo sviluppo del Parkinson: e' quanto emerge dallo studio pubblicato sul Journal of Biological Chemistry dai ricercatori della Ludwig Maximilians Universitat di Monaco di Baviera, in Germania. Dalla ricerca e' emerso che il Parkinson - causato dalla degenerazione dei neuroni che secernono dopamina, un neurotrasmettitore coinvolto nel controllo dei movimenti - e' associato anche a una riduzione dell'adenosina trifosfato (una sostanza prodotta dai mitocondri che influisce sulla vita delle cellule) e che l'azione congiunta di due geni, Pink1 e Parkin, protegge proprio la funzione mitocondriale (e quindi le cellule). Gli studiosi hanno osservato che la perdita o la disfunzione di uno dei due geni puo' danneggiare i mitocondri che, a loro volta, producono meno trifosfato adenosina, danneggiando le cellule.

''I nostri risultati - spiega Konstanze Winklhofer, che ha guidato la ricerca - confermano il potenziale neuroprotettivo in particolare del gene Parkin, che sembra in grado di compensare le disfunzioni di Pink1, mentre non avviene il contrario''.

venerdì 9 ottobre 2009

cancro al pene: VACCINO HPV PER UOMINI CONTRO CANCRO AI GENITALI

Combattere il cancro al pene grazie al vaccino contro l'HPV (Human Papilloma Virus, il Papilloma Virus Umano), gia' conosciuto per il suo legame con il cancro alla cervice uterina nelle donne. E' quanto emerge da uno studio condotto dall'Istituto Catalano di Oncologia di Barcellona e pubblicato sul Journal of Clinical Pathology, secondo cui prevenendo l'infezione da HPV si puo' ridurre l'incidenza del cancro al pene di circa la meta' poiche', secondo lo studio, questa rara forma di tumore e' causata per quasi il 50% dei casi dal Papillomavirus. Il carcinoma del pene rappresenta meno dell'1% dei tumori degli adulti di sesso maschile in Nord America e in Europa ma, spiegano i ricercatori spagnoli, il tasso sale al 10% in Africa e in Asia, per un totale di 26.300 casi che si sviluppano ogni anno. Ai risultati i ricercatori sono giunti riesaminando i dati di 31 studi sul cancro del pene pubblicati negli ultimi tre decenni.

giovedì 8 ottobre 2009

blu brillante (noto come BBG): COLORANTE BLU PER CIBI CONTRO i DANNI al MIDOLLO SPINALE


Contro le lesioni spinali un aiuto potrebbe arrivare da un colorante blu molto simile a quello usato per guarnire i dolci. E' quanto emerge da uno studio realizzato da un gruppo di studiosi della University of Rochester (New York, Stati Uniti) condotto dal neurologo Steven Goldman e pubblicato online sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences (Pnas), secondo il quale la somministrazione del colore blu brillante (noto come BBG) sarebbe in grado di bloccare quei cambiamenti molecolari innescati a seguito di una lesione iniziale che causano danni secondari al midollo spinale. Il trattamento, spiega Goldman, ha effetto solo se somministrato immediatamente dopo l'infortunio alla colonna.

Lo studio, che e' ancora in fase iniziale, e' stato condotto in laboratorio su dei topolini che, a fine trattamento, avevano assunto una sfumatura blu. La speranza, conclude il neurologo, e' che si sia sulla buona strada per trovare una cura che riduca al minimo il rischio di paralisi da lesione traumatica alla colonna vertebrale anche dopo gravi traumi: ''La nostra speranza e' che questo lavoro condurra' a una cura che potra' essere somministrata ai pazienti subito dopo la lesione, al fine di diminuire i danni secondari che ne conseguono''.

mercoledì 7 ottobre 2009

CANCRO ORALE: TEST SULLA SALIVA lo SCOPRE

La saliva come un inesauribile geroglifico da decriptare. Scienziati americani hanno scoperto che puo' contenere almeno 50 ''simboli'' genetici per diagnosticare precocemente i tumori del cavo orale.

A fare da spia e' proprio il Dna. Per la precisione 50 piccoli suoi frammenti: sono i microRna, molecole prodotte dalle cellule che servono ad orientare l'azione di molti geni. La bocca e' lo specchio della salute del corpo, sostengono i ricercatori nello studio pubblicato sulla rivista Clinical Cancer Research. E per questo, esaminando la saliva di 50 soggetti sani e 50 con un tumore orale in atto, si e' scoperto che i soggetti gia' malati avevano livelli di due microRna, il miR-125 e il miR-200a, piu' bassi della norma.

La possibilita' di individuare il tumore con biomarcatori nella saliva entusiasma i ricercatori. ''Si tratta di un Santo Graal nella diagnosi del cancro che permette di rilevarne la presenza senza biopsia'', spiega Jennifer Grandis, docente della Universita' di Pittsburgh che ha guidato la ricerca.

martedì 6 ottobre 2009

SESSO: chi fuma MARIJUANA ha difficoltà a raggiungere l' ORGASMO

Troppo lento. Gli uomini che fumano regolarmente marijuana possono incorrere nella difficolta' nel raggiungere l'orgasmo: ad affermarlo e' uno studio condotto da un gruppo di ricercatori de La Trobe University di Melbourne (Australia) guidati dalla ricercatrice Marian Pitts, dal quale emerge che gli uomini che fanno uso di cannabis possono avere fino a quattro volte piu' difficolta' nel raggiungere l'orgasmo rispetto ai non fumatori. Lo studio si e' basato sull'analisi dei dati raccolti nel corso di interviste telefoniche rivolte a 8.656 uomini e donne australiani tra i 16 e i 64 anni. Dalle interviste e' emerso inoltre che a fumare sono principalmente gli individui sotto i 36 anni, e che gli uomini fanno uso di marijuana il doppio delle donne (11,2% contro il 6,1%).

cocaina: vaccino per ridurre la dipendenza dalla cocaina


Funziona il vaccino terapeutico anti-coca in fase di sperimentazione su pazienti: riduce il consumo della droga (anche della meta'). Gli effetti durano due mesi. Il preparato fa innalzare la concentrazione di anticorpi specifici contro la cocaina. Lo dimostra uno studio clinico su 115 cocainomani dalla Yale University School of Medicine a New Haven. La cocaina non raggiunge il cervello e non si innescano le sensazioni di piacere che instaurano la dipendenza.

Vincere il richiamo della "neve" con l’aiuto di un vaccino. Il siero sperimentale per trattare la dipendenza da cocaina sembra ridurre l’uso di questa sostanza in un sottogruppo di persone, che nel corso del trial ha sviluppato alti livelli di anticorpi anti-cocaina.

Lo rileva uno studio pubblicato da un team dell’Università di Yale (Usa) sugli "Archives of General Psychiatry". Secondo i ricercatori, però, solo il 38% dei soggetti vaccinati ha prodotto livelli sufficientemente alti di anticorpi, tali da facilitare la riduzione dell’uso della sostanza. E il risultato si è mantenuto solo per due mesi. Insomma, lo studio è «promettente», ma c’è ancora molto lavoro da fare.

Circa 2,5 milioni di americani sono schiavi della coca, ricordano gli autori dello studio, condotto in collaborazione con il Veterans Affairs Connecticut Healthcare System di West Haven. Ricerche su animali e uomo avevano suggerito che alti livelli di anticorpi anti-cocaina nel sangue possono bloccare e inattivare la sostanza prima che raggiunga il cervello, riducendo l’euforia legata alla droga.

Il team ha attivato un trial di fase IIb durato 24 settimane su un vaccino disegnato proprio per aumentare i livelli di anticorpi anticocaina nel sangue. Ben 115 soggetti dipendenti dalla ’nevè sono stati randomizzati in due gruppi: uno (58 individui) ha ricevuto cinque iniezioni del vaccino attivo, mentre l’altro è stato trattato con un placebo per 12 settimane. L’82% dei componenti di entrambi i gruppi ha completato il trial e tutti sono stati sottoposti a test delle urine.

Dei 55 soggetti che hanno terminato la serie di vaccinazioni, il 38% ha raggiunto alti livelli di anticorpi alla cocaina. Ebbene, in questo gruppo la proporzione di quanti sono riusciti a dimezzare l’abuso di polvere bianca è stato nettamente maggiore. Gli effetti avversi associati al vaccino sono stati lievi o moderati, dicono i ricercatori.

Si tratta di risultati parziali, giudicati comunque «promettenti» dal team di Bridget Martell della Yale University. «L’obiettivo del futuro sviluppo di un vaccino» per aiutare chi dipende dalla cocaina «sarà quello di aumentare la proporzione di soggetti che raggiungono alti livelli di anticorpi, per prolungare - concludono i ricercatori - il periodo di astinenza».

lunedì 5 ottobre 2009

cuore: CEROTTO DI MUSCOLI RIPARA I DANNI DELL'INFARTO

I ''cuori spezzati'' potranno essere da oggi in poi riparati con uno speciale cerotto. La novita' arriva da una ricerca condotta da un gruppo di scienziati israeliani e pubblicata sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences (Pnas), secondo cui il nuovo bio-cerotto sarebbe in grado, applicato direttamente sul muscolo cardiaco, di eliminare le cicatrici lasciate sul tessuto cardiaco da un attacco di cuore. Il cerotto, si legge nella ricerca, viene coltivato all'interno del tessuto addominale e poi trapiantato nelle aree danneggiate del cuore. Lo studio, condotto finora sui ratti, ha fatto registrare un aumento della dimensione del muscolo nelle aree colpite da infarto e una migliore conduzione degli impulsi elettrici necessari per il funzionamento del cuore che lasciano ben sperare per le applicazioni future.

domenica 4 ottobre 2009

fruttosio: DIETA RICCA DI FRUTTOSIO DANNEGGIA LA MEMORIA


Una dieta ricca di fruttosio puo' alterare la memoria. E' quanto emerso da uno studio i cui risultati saranno presentati al prossimo congresso annuale della Society for Neuroscience che si terra' in autunno a Chicago. L'esperimento condotto su alcuni topi ha dimostrato che un'alimentazione ricca di fruttosio, pur non pregiudicando la capacita' di apprendere, ostacola la memoria. La motivazione della loro incapacita' a ricordare, secondo i ricercatori, e' nel fruttosio, un tipo di zucchero presente in molti prodotti alimentari e bevande. Assorbito quasi esclusivamente dal fegato, questo zucchero semplice, produce una quantita' eccessiva di trigliceridi, che entrando nel flusso sanguigno, possono interferire con la segnalazione di insulina nel cervello, che svolge un ruolo importante nella sopravvivenza e plasticita' delle cellule cerebrali. I risultati sono stati simili anche nei ratti adolescenti ma ''non e' ancora chiaro - afferma Marise Parent, professore presso la Georgia State University - se gli effetti di un elevato consumo di fruttosio siano permanenti''.

sabato 3 ottobre 2009

cataratta Individuato la causa genetica legata alla proteina EphA2


Individuato la causa genetica della formazione della cataratta dovuta all'eta': merito dei ricercatori della Case Western Reserve University School of Medicine di Cleveland (Ohio), che hanno preso parte a un progetto di studio che ha coinvolto 10 laboratori americani, inglesi e australiani. I risultati dei test sono stati pubblicati su PloS Genetics.

Si chiama EphA2, ed e' una proteina naturalmente presente nel corredo biologico degli uomini e dei topi, il cui gene con l'invecchiamento puo' venire cancellato: ''La scoperta e' stata frutto di un caso - afferma Bing-Cheng Wang - dal momento che il nostro gruppo di ricerca stava lavorando all'ipotesi che EphA2 fosse coinvolta nella prevenzione di alcune forme tumorali''.

Nelle cavie in cui il gene collegato alla proteina era disattivato, oltre ad aumentare la tendenza a sviluppare tumori, e' stata riscontrata una maggiore diffusione della cataratta: saranno tuttavia necessari ulteriori studi per comprendere il processo cellulare tramite cui EphA2 collabora a mantenere lontana l'insorgenza della cataratta.

venerdì 2 ottobre 2009

CANCRO: Popcorn aiuta a prevenire cancro.Cereali ricchi di antiossidanti polifenoli


Il popcorn potrebbe aiutare a prevenire il cancro. A suggerirlo e' una ricerca effettuata dalla Universita' di Scraton in Pennsylvania. Lo studio dimostra come alcuni snack ai cereali, di quelli spesso utilizzati per la prima colazione, e il cibo preferito dai cinefili, siano ricchi di antiossidanti chiamati polifenoli. 'Siamo rimasti colpiti del livello di polifenoli che abbiamo trovato nei popcorn', spiega un ricercatore dell'universita' americana.

giovedì 1 ottobre 2009

claudina-9: gene che causa la sordita'


La scoperta del gene che causa la sordita' ha permesso di individuare una nuova proteina che protegge le cellule sensoriali nell'orecchio. A identificarla i ricercatori dell'Universita' dello Iowa e del Kansas, il cui studio e' stato pubblicato sulla rivista online PLoS Genetics.

Tutto dipende dal gene claudina-9. Un difetto blocca la produzione della proteina collegata che e' necessaria, spiegano gli studiosi, per mantenere la corretta funzionalita' del potassio nell'orecchio interno. Le cellule sensoriali sono infatti immerse in una soluzione ricca di potassio in un lato dell'orecchio e in una a basso contenuto sul lato opposto. ''La claudina-9 mantiene questa separazione - spiega Botond Banfi, uno degli autori dello studio - proteggendo le cellule da un'intossicazione di potassio''.

La mutazione del gene lo trasforma infatti in un minerale ''killer'' che uccide la maggior parte delle cellule indispensabili per ascoltare. Prossimo passo dei ricercatori sara' uno screening sulle persone con problemi uditivi per comprendere il ruolo della proteina e per capire come ripristinarne l'attivita'.