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sabato 25 aprile 2009

Pechino si prepara a non ricordare Tiananmen


L’anniversario di Tiananmen (del 4 giugno 1989)è sempre più vicino, e Pechino fa di tutto per non lasciarsi cogliere impreparata da chi potrebbe voler fare luce su una delle pagine più oscure del passato del regime. Da mesi sono in tanti a vociferare che il prossimo quattro giugno qualcosa succederà, e per evitare che questi presentimenti vengano confermati il Partito può muoversi solo in due direzioni: aumentare i controlli nel Paese e stroncare sul nascere il passaparola inasprendo i controlli sui mass media.

È in quest’ottica che va inquadrato l’annuncio del ripristino delle misure antiterrorismo in vigore nel periodo olimpico nell’aeroporto della capitale. I tre terminal di Pechino hanno già ricominciato ad essere guardati a vista da agenti speciali dotati di mitra e cani poliziotto. A sentire il responsabile per la sicurezza aeroportuale, alla luce dei problemi di sicurezza che potrebbero verificarsi nel Paese nei prossimi due mesi, questi agenti sono gli unici in grado di tutelate l’incolumità di chi transita da Pechino. Ancora, speciali apparecchiature a raggi X verranno regolarmente utilizzate per verificare che le automobili parcheggiate nei pressi dello scalo e i bagagli dei passeggeri non contengano esplosivi e sostanze stupefacenti.

Come previsto anche la stampa è stata presa di mira. Le misure di controllo e le sanzioni approvate negli ultmi mesi non sarebbero infatti riuscite, a sentire il massimo organo cinese di censura sui media, la General Administration of Press and Publication, a eliminare la piaga della diffusione di “notizie false”. Per risolvere definitivamente il problema, l’ufficio governativo incaricato di monitorare la veridicità degli articoli che circolano sulla stampa in Cina ha annunciato che da oggi chi pubblicherà notizie false sarà ritenuto il principale responsabile del reato e costretto a presentare scuse pubbliche, mentre i giornalisti scorretti rischieranno di essere radiati dalla professione. In realtà, quello che si chiede ai cronisti cinesi è di raccontare solo le notizie divulgate dalle agenzie di stampa nazionali, indipendentemente dal fatto che si voglia descrivere un episodio di politica estera, interna o scrivere un commento economico. D’altronde, non va dimenticato che per il Partito i media non devono informare, ma collaborare con le autorità al consolidamento della “società armoniosa”.

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