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martedì 21 aprile 2009

SI PREDICA BENE ...


E' stato il ''disprezzo per il bene comune e per le regole'' che si sta delinaendo in questi giorni dopo le dichiarazioni della popolazione ma anche dalle inchieste avviate dalla magistratura circa le responsabilita' in relazione ai danni provocati dal terremoto in Abruzzo, che ha aggravato le conseguenze del sisma. La dura denuncia giunge dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano che oggi ha ricevuto nella tenuta di Castel Porziano una delegazione dei vertici dei frati francescani in occasione degli 800 anni della loro Regola.

Il Capo dello Stato ha colto lo spunto proprio dal messaggio di San Francesco, che ''e' di esempio anche oggi, di fronte ad un indubbio ed allarmante decadimento dei valori spirituali, umani e morali'' e non ha esitato quindi a parlare di ''comportamenti dettati dall'avidita', dalla sete di ricchezza e di potere, dal disprezzo per l'interesse generale e dall'ignoranza dei valori elementari di giustizia e solidarieta'''.

''Persino quando oggi pensiamo all'Abruzzo, e soffriamo per le vittime dei danni provocati dal terremoto - ha aggiunto - un evento certamente naturale imprevedibile, non possiamo non ritenere che anche qui abbia contato in modo pesante, abbiamo contribuito alla gravita' del danno e del dolore umano da esso provocato, anche questi comportamenti: sprezzo delle regole, disprezzo dell'interesse generale e dell'interesse dei cittadini''.

Edifici costruiti con la sabbia del mare a L’Aquila Pubblicato venerdì 10 aprile 2009 in Spagna
[El Mundo]

- La procura generale dell’Aquila aprirà un’inchiesta
- Costruttori senza scrupoli mescolano cemento con sabbia del mare per risparmiare
- Le fondamenta potrebbero essersi danneggiate a causa della corrosione del sale

Mentre l’Italia seppellisce le vittime del terremoto che lunedì ha colpito il centro del paese, i tecnici cercano di accertare se alcuni edifici siano stati costruiti senza seguire le normative antisismiche e con materiali di scarsa qualità, il che spiegherebbe come alcuni di essi siano crollati come castelli di sabbia .
Infatti, secondo quanto pubblicato dal quotidiano italiano “La Repubblica”, il procuratore generale dell’Aquila aprirà un’inchiesta sui materiali ed i metodi utilizzati per la costruzione degli edifici. Il giornale riporta come esempio due edifici praticamente identici situati uno accanto all’altro in Via Campo di Fassa, a L’Aquila. Uno di loro è ancora in piedi e l’altro è completamente crollato. Tutti gli occupanti del primo si sono salvati, mentre nel secondo 29 persone hanno perso la vita.
Il terreno su cui è stato costruito questo edificio di sei piani e di 24 appartamenti, è in forte pendenza. Da fuori sembrava un edificio solido ma i materiali trovati tra le macerie indicano che all’interno non lo era affatto.
Era costruito con cemento armato? L’architetto Antonio Perrotti ha spiegato a “La Repubblica” che cosa potrebbe essere accaduto: “O hanno sbagliato i calcoli per la progettazione dell’edificio o hanno costruito in una zona non sicura. Non ci può essere altra spiegazione: l’altro edificio è rimasto piedi”. Tuttavia si dovrà attendere che si analizzino i materiali trovati tra le macerie per determinare il motivo per cui il sisma ha raso al suolo alcuni edifici e lasciato altri intatti.

Sabbia di mare nel cemento

Secondo “La Repubblica” molti edifici di nuova costruzione (cioè, degli ultimi 30 anni), in Abruzzo (e in gran parte del paese, in particolare nel centro e nel sud), sono stati costruiti con il cemento mescolato con sabbia di mare. I tecnici ritengono che le fondazioni potrebbero essere state danneggiate a causa della corrosione del sale e mettono in guardia sul fatto che gran parte degli edifici del sud sono costruiti così.
Paolo Buzzetti, presidente della Associazione Nazionale dei Costruttori (Ance), ne è convinto: “Il problema non è che non si sono rispettate le norme asnitsismiche, il problema è la scarsa qualità del cemento”.
Un altro tecnico ha spiegato che costruttori senza scrupoli utilizzano sabbia di mare, che non costa nulla in confronto ad altri materiali. E il problema della sabbia di mare è che, a parte le sue impurità, è piena di cloruro di sodio, che nel corso del tempo si mangia il ferro.

Edifici più sicuri
Giovedì, durante la sua visita alle località colpite dal terremoto, il presidente della Repubblica italiana Giorgio Napolitano, ha avvertito che nessuno è esente da colpe in questa tragedia. Napolitano è rimasto sorpreso dallo spettacolo offerto dalla capitale abruzzese: “Pensavo che il terremoto avesse colpito solo le vecchie case, l’avevo visto dall’elicottero, mi dicevo che erano case vecchie, ma qui vedo che no c’è una casa integra”, ha detto commosso.
“Non si tratta di individuare responsabilità, ma di capire perché le leggi non sono state osservate, per mancanza di controlli o per irresponsabilità diffuse”. “Nessuno deve chiudere gli occhi, né chi vende né chi compra una casa … Si dovrà decidere che cosa possiamo fare perché questo non si ripeta. Per evitare disgrazie come questa dobbiamo fare in modo che gli edifici siano più sicuri, compresi i più antichi”.

[Articolo originale]

Negligenza mortale a L’Aquila
Pubblicato giovedì 9 aprile 2009 in Francia
[Libération]

Dopo lo choc, il lutto e l’emozione, il terremoto de L’Aquila inizia a lasciar spazio alle domande. Le ricerche degli ultimi scomparsi erano ancora in corso ieri, due giorni dopo il violento sisma che ha spazzato via il capoluogo dell’Abruzzo lunedì alle 3.32, causando almeno 272 morti.
INCREDULITA’. Ma tutti si interrogano ormai sulla solidità degli edifici e sui responsabili di un tale disastro. Perché L’Aquila, già duramente colpita da un terremoto trecento anni fa, era situata in una zona altamente sismica. “Un ospedale costruito nove anni fa si é sgretolato. La prefettura è crollata. La casa dello studente è distrutta. Si può capire che le vecchie case in pietra secolare siano cadute, ma non l’ossatura stessa della comunità e i suoi edifici pubblici costruiti recentemente” ha rimarcato Antonio Polito, direttore del quotidiano progressista “Il Riformista”. Il crollo della prefettura che avrebbe dovuto servire a coordinare i soccorsi in caso di catastrofe ha provocato una forte incredulità.
A L’Aquila, il crollo del Palazzo del Governo (in italiano nel testo, N.d.T.), con la sua architrave spezzata, è il simbolo della tragedia. Così come l’ospedale San Salvatore, molto danneggiato ed evacuato. La prima pietra era stata posata nel 1969. Ma è stato inaugurato solo trent’anni dopo. Nel frattempo, sono state sbloccate ingenti sovvenzioni (nel 1996, la procura dell’Aquila aveva aperto un’inchiesta a proposito di eventuali appropriazioni indebite di fondi) che non hanno impedito la moltiplicazione di errori di costruzione.
Evidentemente, le norme antisismiche non sono state rispettate. Le prime regole sono state approvate a livello nazionale nel 1974. In seguito all’emozione causata dal terremoto di San Giuliano di Puglia, che aveva causato la morte di 27 bambini sepolti sotto le macerie di una scuola, il Governo aveva adottato nel 2005 un decreto che prevedeva regole ancora più rigorose.
Ma di rinvio in proroga, il testo non è mai entrato realmente in vigore. Soltanto gli edifici costruiti dopo il marzo 2008 devono rispettare le nuove normative. La maggior parte dei vecchi edifici non è mai stata rinforzata. La Casa dello Studente, dove hanno trovato la morte numerosi giovani, è stata costruita negli anni ‘70. È stata rinnovata nel 1998 e poi nel 2007. Ma a quanto pare non sarebbe mai stata messa a norma antisismica. “Sono stati uccisi dalla speculazione” titolava ieri l’Unità, il quotidiano vicino al Partito Democratico. Anche il quotidiano della Confindustria, il “Sole 24 Ore” denuncia la “speculazione”.
CONDONI. Denunciando la mancanza di controlli, il geologo Mario Tozzi ha insistito: “Non è il terremoto ad uccidere, ma le case costruite male”. Quanto all’opposizione di sinistra, denuncia la politica dei condoni in materia di costruzioni abusive promossa da Silvio Berlusconi, il quale, per rilanciare l’economia, ha recentemente proposto di autorizzare i proprietari italiani ad aumentare del 20% il volume delle loro case.
[Articolo originale di Éric Jozsef]

Il lassismo nell’applicazione della legge si manifesta nel crollo di alcuni edifici in Italia
Pubblicato martedì 7 aprile 2009 in USA
[New York Times]

A partire da mercoledì, secondo quanto promesso durante una conferenza a L’Aquila, “ogni stanza e ogni crepa” in “decine di migliaia di case” nella regione devastata dal terremoto sarà ispezionata da tecnici specializzati.
Gli esperti cercheranno di determinare la solidità strutturale degli edifici e cercheranno di rispondere ad una domanda precisa: perché alcuni edifici hanno resistito al terremoto di magnitudo 6.3 mentre altri non ce l’hanno fatta?
Martedì alcuni esperti e funzionari hanno suggerito che il lassismo nell’applicazione delle norme di costruzione potrebbe aver avuto un ruolo importante. Mentre molti edifici storici non hanno resistito, non hanno retto neppure alcuni edifici moderni, come l’Ospedale San Salvatore a L’Aquila, che ha dovuto essere evacuato, e uno studentato dell’Università de L’Aquila, dove sono morti diversi studenti.
Il quotidiano di Milano “Corriere della Sera” ha titolato “La farsa degli edifici anti-sismici”.
“Abbiamo le leggi, ma come spesso accade in Italia, non sono adeguatamente rispettate” afferma Ermete Realacci, esperto ambientale e deputato del Partito Democratico, il più grande partito all’opposizione, che sostiene agevolazioni fiscali per i proprietari di immobili che ristrutturano gli edifici secondo le leggi anti-sismiche.
D’altra parte, secondo le accuse di Realacci, che cita le leggi proposte per favorire l’edilizia allentando i limiti sulle cubature delle case, la coalizione conservatrice di Berlusconi continua a fare pressioni per mitigare le norme di costruzione. La misura, che viene discussa in questo momento, ha drasticamente “semplificato le leggi anti-sismiche” ha affermato Realacci.
I terremoti sono comuni in Italia, specialmente nelle regioni centrali e del sud. Le statistiche del governo dimostrano che almeno il 64% di tutte le città italiane affronta un rischio da medio ad alto di subire seri danni in seguito ad un terremoto.
Molti degli edifici danneggiati o distrutti dal terremoto in Abruzzo sono stati costruiti molto prima che negli anni ‘80 l’Italia cominciasse a imporre leggi sismiche più severe sulla costruzione degli edifici. Edifici storici e monumenti, fra cui la Prefettura de L’Aquila, un ex monastero restaurato nel XIX secolo, si sono ridotti in cumuli di pietre tanto rapidamente quanto i loro omologhi in cemento armato.
Dopo ogni importante evento sismico si fa una nuova legge, afferma Donatella Guzzoni, ingegnere ed esperta nella conservazione di edifici storici, ma una legge esaustiva approvata dal Parlamento lo scorso anno non entrerà in vigore fino al 2010. Ed anche allora non avrà effetto sugli edifici preesistenti.
“Il nostro patrimonio storico è vasto e molto vulnerabile” ha affermato. “Avremmo anche commesso i nostri errori, ma é pur vero che abbiamo un’immensa eredità culturale da conservare”. Gli edifici che potrebbero essere considerati pericolosi da un punto di vista sismico non possono essere sempre demoliti e ricostruiti. “E’ una questione culturale” ha proseguito. “Non distruggiamo ciò che é in rovina”.
[Articolo originale di ELISABETTA POVOLEDO]

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